Pigrizia: per wikipedia è “la mancanza di determinazione nel compiere un’azione di cui si riconosce l’importanza”. Il cristianesimo ha inserito l’accidia fra i sette vizi capitali, ma l’associazione fra questa e la pigrizia è fuorviante, così come l’accostamento all’apatia. Accidia e apatia contemplano uno stato di indifferenza e noia che può sfociare nella depressione, situazione mediamente estranea al pigro, che semplicemente cerca sempre il modo più facile e a “risparmio energetico” per fare ciò che vuole, ottimizzando le risorse psicofisiche a sua disposizione.
All’opposto estremo, si può affermare che pigrizia e tecnologia vadano di pari passo. La tecnologia risponde a bisogni diffusi, rendendo più comoda la vita – o almeno ci prova – e si mescola con la pigrizia nell’essere causa ed effetto l’una dell’altra. I bisogni del pigro muovono la tecnologia, che a sua volta contribuisce ad impigrire.
L’esempio migliore e che affonda le radici nella Preistoria, all’alba dei tempi, è l’invenzione della ruota. Probabilmente è stata un’intuizione collettiva, ma è bello pensare che un cavernicolo un bel giorno si sia detto fra sé e sé “sono stanco di portare pesi”, fra cacciagione e materiali da lavorare in maniera grezza. Ed ecco la prima ruota. Magari è stato anche preso in giro dagli ominidi più forti fisicamente, ma poco lungimiranti: “hahaha, non attecchirà mai, i veri ominidi si caricano tutto sulle spalle”. Nei secoli, dal carro portato a mano si sarebbe passati al cavallo e molto più in là al motore, che oltre a favorire il trasporto di beni ha permesso la circolazione di persone nel mondo, in posti altrimenti visibili solo con pericolosissimi mesi di cammino o di navigazione. Non avremo più un Marco Polo, ma altrimenti chi andrebbe in Oriente?
E la scrittura? Convenzionalmente segna il passaggio dalla Preistoria alla Storia, ha avuto e ha tuttora un’importanza fondamentale per tutte le culture, ma è un’altra cosa troppo spesso data per scontata. Gli amanuensi hanno tramandato tutto il sapere classico nel Medioevo, ma che fatica ricopiare in bella grafia tutti quei volumi! Finché Johanes Gutenberg se ne uscì con la stampa a caratteri mobili. Superato il lavoraccio di creare la prima copia dal nulla, il resto sarebbe stato in discesa. Fu grazie alla stampa che le idee luterane si diffusero rapidamente, scatenando una rivoluzione per l’Europa dell’epoca.
Rimanendo in tema di comunicazioni, come non citare i mezzi di massa. Il telefono ha consentito di rimanere in contatto immediato con amici e parenti senza nemmeno uscire. Poi giornali (figli della stampa a caratteri mobili), radio e tv. Per informarsi non bisognava andare nella piazza principale e leggere i fogli affissi, la propaganda arrivava comodamente a casa! E il picco è stato internet, che ha reso obsolete le enciclopedie, lasciando disoccupati centinaia, migliaia di venditori porta a porta. Con tutto il mondo a portata di mouse, si è affievolita la capacità di “cacciare”, di ricercare ciò che si necessita. Basta tenere a mente pochi siti – wikipedia, youtube, ebay, skyscanner, justeat ecc. – per soddisfare i bisogni del momento. Anche questo è progresso, forse. Agende e rubriche sono utili per non sforzare troppo la memoria, ma è dagli anni ‘90 che nessuno impara più un numero di telefono altrui, per non parlare di calcolatrici e operazioni svolte a mente. La comodità dà, la comodità toglie.
E così via, con tante piccole e grandi cose della vita di tutti i giorni. Dal riscaldamento (chi spaccherebbe la legna da ardere?) all’orologio, già che è impossibile leggere le meridiane se piove o è nuvoloso, dagli ascensori alle scale mobili, dalle sedie da scrivania con rotelle al telecomando: quanto sentiamo pietà per le persone che si dovevano alzare dal divano per cambiare canale – non che in realtà ce ne fossero molti – o alzare e abbassare il volume? Tanta. E tanta empatia, certe sere.
Il mondo ideale di questi sognatori un po’ pigri non sarebbe stato possibile senza qualche studioso che mettesse in pratica invenzioni che altrimenti sarebbero rimaste sulla carta… per pigrizia. Citare Oscar Wilde per esaltare le tesi a favore dell’ozio sarebbe troppo facile (e pigro). Quindi chiudiamo con uno dei più prolifici inventori di sempre, Thomas Edison, che sì, diceva che “il genio è 1% ispirazione e 99% traspirazione (cioè sudore)”, ma anche che “la pigrizia è la fantasiosa e intelligente madre di tante invenzioni”.
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