Al Maffei di Torino è andata in scena la IV edizione 2023 del Festival internazionale di cortometraggi PerCorti di Vita. Un formato facile da consumare, ma sempre difficile da realizzare. Come condensare in pochi minuti un lutto tremendo, una vendetta inaspettata e la quotidiana violenza sulle donne (senza andare incontro ai soliti stereotipi) ?
Perché ci sentiamo in obbligo di giustificare il violento?
“Un giudice donna”, “un poliziotto donna”, “un presidente donna”. Donna, donna, donna. Vicino a ogni “nuova” professione. Oppure interi testi lunghi pagine (!) scritti con la schwa perché si vuole dimostrare di essere inclusivi. Perché invece la gente non vede che così si fa solo peggio e che sarebbe tanto più semplice modificare l’uso della lingua secondo regole (maschili/femminili) che già possiede? Perché “oggi” ci sono anche i fluidi?