Recentemente mi è capitato di passare da una nota marca di cellulare a un’altra nota marca di cellulare e le differenze si sono fatte sentire. Ma non su ciò che mi aspettavo: tecnica e “pulizia”, quanto sul suo insito e sottile “dispotismo”…
Sempre più esposti, sempre più guardoni
E’ comune, come essere umani, “essere colpiti da ciò che più colpisce”, come l’odio o la violenza. Soprattutto se arriva da dove non ti aspetti. Di solito questo “shock” è il motore di azioni contrapposte…
I hate the mobile phone, don’t you?
Roma, Italy. A cellphone rings in a crowded bus. A boy takes it out of his pocket, turns the ringer off, and puts it back in place. The lady pressed up against him smiles and, with a sort of complicity, asks: “You don’t feel like answering, do you?” “No, now it’s not really the moment”. She sighs as a sign of understanding and comments “I’m not saying it’s not useful… but sometimes the phone is just a real hassle!”, “Yeah” he says while others around silently nod…
Odio il cellulare
In un bus affollato squilla un cellulare. Un ragazzo lo tira fuori dalla tasca, disattiva la suoneria, e lo rimette a posto. Alla signora appiccicata a lui scappa un sorrisetto e con aria complice gli chiede: “non le va di rispondere eh?” e lui “no adesso non è proprio il momento”. Lei sospira in segno di comprensione e commenta “utile il cellulare eh… ma talvolta è proprio una bella scocciatura!” “Già” fa lui mentre altri intorno annuiscono in silenzio.
In metropolitana, in strada, al cinema, a tavola, in bagno, a letto, e perfino in sauna… il cellulare spunta dappertutto. E se tutti ce l’hanno – sembreresti pazzo a non averlo – pochi osano ammetterlo: il cellulare è una vera maledizione…