Giugno è il mese del (Gay) Pride. Ormai viene accorciato. Accogliendo molti più “generi” di quelli immaginati in un primo momento, durante quel primo “ultimo sabato del mese” del 1970 a Chicago. Definito come una “manifestazione pubblica” ormai internazionale “per l’accettazione sociale e l’auto-accettazione delle persone omosessuali e il riconoscimento dei relativi diritti civili e legali”… il Pride è da sempre aperto a chiunque…
Trascrittori forensi, “chiediamo giustizia alla Giustizia”
Un classico stereotipo è lamentarsi sempre dei tempi della Giustizia italiana. Ma non tutti considerano che, dietro certi funzionamenti, c’è spesso il problema di come l’Italia tratti i suoi lavoratori. In vista dello sciopero nazionale indetto da Cobas, e previsto per domani 10 Dicembre 2021, pubblichiamo la lettera aperta di tutti quei professionisti, mai considerati, che lavorano “all’ombra della Giustizia”…
Floyd e gli altri: se c’è il video (forse) avrai giustizia
La polizia di Los Angeles è di nuovo nel mirino per un fatto legato all’omicidio di George Floyd. Un poliziotto ha denunciato, in forma anonima e dentro il dipartimento, la circolazione di un biglietto da San Valentino che riportava l’immagine di Floyd con su scritto “You take my breath away”. Anche se non tutti i poliziotti la pensano così, permane l’omertà richiesta dalla corporazione. In ogni caso, di mezzo, c’è sempre “l’immagine”…
“Tutto o niente”, uno stereotipo assoluto
“Tutto o niente” è un modo di dire che sembra provenire dall’antica Roma, sottintendendo il potere, e che ricorre in molti Paesi (“all or nothing”, “todo o nada” ecc.). Oggi è comune usarlo in senso generale, come una sorta di filosofia esistenziale, di solito pronunciata da, o associata a chi sa come “vivere davvero” la vita o “amare sul serio” una persona. E cioè al massimo dell’intensità, “sennò non serve a nulla”, “non vale la pena”… ma ha davvero senso?
Lo smart working non è “semplice” lavoro da casa
Le testimonianze “dal basso”, delle persone che si conoscono, sono sempre più “vere”, in termini di intenzioni. Sono voci che vanno oltre la semplice intervista, e sono la parte più “antropologica” di StereoType. In questo caso sono citazioni di “amici” in qualità di “lavoratori” (e viceversa) che stanno affrontando il “nuovo mondo” del lavoro in quarantena. Per molti lavorare da casa non era un’abitudine, anzi, è stata una costrizione a cui si sono dovuti abituare per forza, e anche velocemente. Così, perfino in “Fase 2”, continuano a sperimentare un senso di “reclusione” senza benefici o addirittura con meno benefici rispetto al classico “lavoro in ufficio”. Il tutto a causa del famigerato “smart working”. Ma la colpa non è sua, siamo noi (italiani) che gli diamo il significato sbagliato, e da lì tutto il resto a cascata…
E se l’invidia fosse una spinta verso l’equità?
Rapportandola alle dinamiche storico-sociali, l’invidia individuale ha una funzione conservatrice che blocca la crescita altrui. Ma nel momento in cui si crea lo “stato nascente” di un movimento, si può trasformare in forza innovatrice