Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Italia è un Paese da ricostruire, sia in senso letterale che sociale, politico, economico. Sono anni in cui alle enormi difficoltà si risponde con entusiasmo e voglia di ripartire. Ma non sono anni facili e spensierati…
“Tutto o niente”, uno stereotipo assoluto
“Tutto o niente” è un modo di dire che sembra provenire dall’antica Roma, sottintendendo il potere, e che ricorre in molti Paesi (“all or nothing”, “todo o nada” ecc.). Oggi è comune usarlo in senso generale, come una sorta di filosofia esistenziale, di solito pronunciata da, o associata a chi sa come “vivere davvero” la vita o “amare sul serio” una persona. E cioè al massimo dell’intensità, “sennò non serve a nulla”, “non vale la pena”… ma ha davvero senso?
“Provo”, il ’68 di Amsterdam (tre anni prima)
Quando si pensa ai movimenti studenteschi e operai del Sessantotto, vengono in mente Parigi, San Francisco e la Summer of Love, o la Primavera di Praga, con la Cecoslovacchia che cerca di ribellarsi senza troppo successo all’Unione Sovietica. Ma c’è anche già chi, da tre anni, è passato per quelle stesse proteste e istanze per trasformare la società: l’Olanda, grazie all’attività del movimento “Provo”…
Uguaglianza e diritti delle donne, lo strano caso della Svizzera
La Svizzera è considerata come uno dei migliori esempi di Paese civile, per la neutralità nelle guerre mondiali, il massiccio ricorso alla democrazia diretta con in numerosi referendum, diritti avanzati (vedi eutanasia), l’essere sede di istituzioni come la Croce Rossa o teatro di trattati come la Convenzione di Ginevra. Ma non mancano le contraddizioni, dalle banche che hanno accettato soldi di evasori e nazisti, la velata intolleranza, il ritardo nel concedere uguaglianza alle donne. Per la serie “forse non tutti sanno che…”, le elvetiche hanno ottenuto il suffragio solo nel 1971…