“Trilussa andò a vivere nel famoso atelier di via Maria Adelaide nel 1915”, a 44 anni, all’apice della sua fama, quando la casa era frequentata da ospiti illustri, dalla Magnani a Petrolini e lui faceva tournee anche all’estero, in Francia, Brasile, Argentina, Egitto… raccontano che bastava scrivere “Trilussa Roma” sulle lettere che queste gli arrivavano. “Era lo stesso anno in cui a Cori, in provincia di Latina, nasceva Rosaria Tomei…”, racconta Ada Scalchi dell’Associazione 8 marzo, l’inizio di quella che fu un’unione speciale tra il grande poeta e la sua misconosciuta allieva e poeta lei stessa…
Si arriverà a eliminare le carceri? Le nuove direttrici (2)
A Regina Coeli ci si interroga su sé stessi e il “sistema carcere”, tra stereotipi e comunicazione. Un direttorio completamente al femminile che cerca di attuare un cambiamento, un corpo di “agenti” stanchi di essere definiti ancora “guardie”, dentro un “luogo di costrizione”, migliorato nel tempo, che deve però proseguire nella sua evoluzione diventando quel “luogo di cura” immaginato da uomini illuminati, o semplicemente umani, già tanto tempo fa…
Marion Dougherty e la rivoluzione nel cinema
A fare la Storia del cinema non sono solo i grandi registi o attori, ma anche chi, magari più nell’ombra, mette in contatto le giuste persone per il giusto lavoro. Marion Dougherty ha rivoluzionato il sistema dei casting, ribaltando la prospettiva per cui per un certo ruolo dovesse corrispondere un aspetto adeguato. La centralità ora stava nel talento e nell’interpretazione dell’attore…
La dualità di Luis Monti. Se l’abito fa il monaco
Duro e gentile, argentino e italiano, vincente e perdente, la vita e la carriera di Luis Monti hanno risentito di molti dualismi e contraddizioni. In un’epoca dove, più che in altre, l’immagine costruita era molto più importante dell’essenza…
Vita da (under)dogs
L’abusato motto dell’inventore delle Olimpiadi moderne Pierre de Coubertin, “l’importante non è vincere, ma partecipare”, ha assunto in qualche caso significato reale. E poche occasioni come i Giochi invernali di Calgary del 1988 hanno visto applicarsi il noto detto, con partecipanti che per la loro assurdità, più che per i risultati, sono passati alla storia sportiva. “Eddie” Edwards e la nazionale giamaicana di bob hanno ispirato film e sono diventate icone degli “underdog”, gli sfavoriti, non vincenti nella fase finale ma sicuramente vincenti solo per il fatto di esserci…
A lezione di Storia da Brakka, Capa, Vinnie
Di rapper fuori dai soliti cliché abbiamo già parlato, ma sempre nella loro veste di cantastorie dell’attualità. Se è vero che per capire il presente bisogna prima aver chiaro il passato (e che quindi la Storia è maestra di vita), forse bisognerebbe rappare di Storia. Assurdo, ma non troppo. Perché è stato fatto…
Lo scienziato pazzo (si pronuncia Frankenstìn)
Probabilmente è più di un’impressione, ma recentemente si sta sviluppando un sentimento di sfiducia quando non di sospetto verso la scienza. Medici che, sotto ostaggio delle industrie farmaceutiche, manterrebbero cure inefficaci contro i tumori e inoculerebbero l’autismo attraverso vaccini, poi le scie chimiche, cambiamenti climatici, terremoti artificiali…
Alexi Lalas, l’alieno prestato al calcio
Si dice che ci voglia un genio per riconoscerne un altro, di riflesso ci vuole un alieno per riconoscerne un altro. È il 1994 e gli Stati Uniti si preparano da neofiti quasi assoluti ad ospitare i mondiali. L’allenatore giramondo Milutinovic punta per la difesa sull’inesperto Lalas, paradossalmente quando queste due persone che sembrano avere poco a che fare con il calcio hanno incrociato il loro cammino, hanno creato qualcosa…
Pazienza, un 60° non compleanno
Buon Compleanno Paz! Oggi, 23 maggio, ricorrono i 60 anni dalla nascita di Andrea Pazienza, artista disegnatore fumettista. E’ morto quando ne aveva 32. Lui stesso in un’intervista rilasciata nel 1987, parlando del Dams mai finito e ironizzando sul fatto che la laurea sarebbe arrivata ad honorem a sessant’anni, si chiedeva “chissà se ci sarò io quando avrò […]
Mahi Binebine, Il grande salto dei kamikaze
“Forse l’Inferno è l’incapacità di cambiare le cose. Invece la fede ci faceva vedere il Paradiso”. Parla un kamikaze e lo fa nel nuovo libro di Mahi Binebine, ex studente e professore di matematica a Parigi e oggi pittore e scrittore a New York. Nato nel 1959 a Marrakech.
Il grande salto (titolo originale Les étoiles de Sidi Moumen) è un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti a Casablanca nel 2003. In Marocco è uscito sei anni fa “dopo una lunga gestazione”, e ora “è stato finalmente tradotto in italiano da Rizzoli. E mai pubblicazione è sembrata più attuale e necessaria”…