Giugno è il mese del (Gay) Pride. Ormai viene accorciato. Accogliendo molti più “generi” di quelli immaginati in un primo momento, durante quel primo “ultimo sabato del mese” del 1970 a Chicago. Definito come una “manifestazione pubblica” ormai internazionale “per l’accettazione sociale e l’auto-accettazione delle persone omosessuali e il riconoscimento dei relativi diritti civili e legali”…
Il Pride è da sempre aperto a chiunque
E questo ha ancora più senso oggi che cerchiamo di accogliere , attraverso le definizioni, quello che non riusciamo nella realtà. Come se quello fosse il problema principale. Anche se speriamo sia un primo passo… come tutto il resto !
Al Pride in fondo non interessa nulla delle “definizioni”
Oltre ad aver subito accolto, in un quasi totale paradosso, tutte le donne, etero e non, una delle categorie umane più discriminate, nonostante non sia nemmeno una minoranza… anzi!
E noi, dopo tanti anni di Pride a Roma (dove non è così “forte”, forse anche perché spesso lo anticipa per evitare troppo casino?), il 25 giugno 2022, ultimo sabato del mese, abbiamo partecipato a quello di Bologna…
#bellissimo !
Le differenze, poi, si notano subito
Per esempio a Roma non c’è così tanto nudismo e libertà…
Il bello poi, di questa gente di Bologna, è che può essere anche ubriaca (e coraggiosa, bevendo Negroni alle quattro del pomeriggio e 40 gradi…) e potrà esserci davvero tanta gente… oltre al tanto caldo…
Eppure.
Sono tutti in grado di rimanere gentili, felici, di spostarti con delicatezza se devono passare (anche in fila sui pattini), di chiedere sempre scusa, di non montarti sui piedi o prenderti a gomitate, di rispettare le file ecc ecc ecc… cose che insomma, i romani avranno un po’ riconosciuto (soprattutto sugli autobus)…
A Roma è subito pandemonio (che pure ha un suo fascino).
Ma in una massa gigantesca, come quella del Pride, lungo le strade non particolarmente grandi di Bologna, mantenere questa armonia è veramente già un miracolo in terra.
Ma Bologna, si sa, è la nostra Berlino…
😉
Poi sul Pride StereoType mantiene la stessa idea che ha sempre avuto anche sulle quote rosa, per esempio, o il movimento dei Black lives matter.
Anche se sono cose diverse, sono tutte battaglie per una progressione civile che, per ovvie ragioni, speriamo non durino per sempre.
O almeno non con questo senso legato all’ “orgoglio”.
Oggi è ancora importante sottolineare “l’orgoglio”
di queste persone, di tutti noi, visto che il mondo ancora non accetta pienamente determinate differenze rispetto a un presunto “normale”… ma è tutto da superare prima o poi. Come le quote rose o il Black lives matter, appunto.
Perché in realtà non c’è nessun orgoglio nell’essere qualcosa.
Né gay né etero.
Né bianco né nero.
Né uomo né donna.
Né italiano né qualsiasi altra nazionalità.
Siamo tutti uguali nelle nostre differenze. Differenze che ci sono toccate, e di cui cioè non abbiamo nessun merito.
Figurarsi un orgoglio.
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