Abbiamo già visto come i regimi autoritari (ma non solo) abbiano sempre sfruttato il calcio e lo sport in generale per propaganda. Da quando Mussolini ottenne l’organizzazione dei mondiali di calcio del 1934, in tanti capirono la funzionalità dell’operazione. E hanno cercato di ospitare importanti manifestazioni o di svolgere un lavoro continuo sull’immagine della Nazionale. Come il saluto militare dei giocatori della Turchia, non necessariamente spontaneo, o l’incredibile cavalcata della Siria – con i calciatori selezionati fedeli ad Assad o almeno non ostili – vicinissima a qualificarsi ai mondiali russi (dall’alleato Putin) 2018.
A volte l’evento è perfino creato dal nulla. Gli anni ’70 non sono un bel decennio per il Sud America. Brasile, Argentina, Cile sono sotto il giogo dell’esercito, anche in Uruguay nel giugno 1973 c’è un colpo di Stato militare, con il pretesto di fermare la guerriglia dei Tupamaros. A comandare la giunta rimane il presidente eletto democraticamente due anni prima, Juan Maria Bordaberry. Almeno fino al 1976, quando un nuovo golpe porta al potere un altro civile, Aparicio Mendez, sempre con l’appoggio dell’esercito.
Da quelle parti si dice che se l’Inghilterra è la madre del calcio, l’Uruguay ne è il padre. Ma nel 1978 sono costretti a vedere vincere i rivali di sempre, gli argentini. La giunta del triumvirato Jorge Rafael Videla – Emilio Eduardo Massera – Orlando Ramon Agosti usa tutta la retorica possibile per coinvolgere una popolazione in ben altre faccende affaccendata. In quel momento, più che altro, preme capire che fine abbiano fatto le migliaia di giovani, studenti, operai spariti da un momento all’altro, prelevati nottetempo dalle loro abitazioni.
Il regime cerca di dare in mondovisione un’immagine di normalità. Ma tutti, all’estero, un po’ sanno e un po’ immaginano. Qualche polemica c’è pure, ci sono sempre, ma poi si gioca. L’argentina quei mondiali li vince, dividendo critici e tifosi sui meriti effettivi della squadra, che è comunque forte come da tradizione.
Molto probabilmente c’è una combine al secondo girone, nella partita contro il Perù (la “marmelada peruana”), che lascia strada libera agli argentini per farli passare per differenza reti. Secondo molti anche la finale è viziata dall’arbitraggio, che avrebbe permesso ai sudamericani di entrare troppo duramente (e impunemente) sugli olandesi, che perdono all’ultimo atto per la seconda volta di fila.
In Uruguay si prendono appunti, ma i mondiali successivi sono assegnati già alla Spagna. A cavallo tra il 1980 e il 1981 si organizza allora una sorta di mini mondiale elitario: la Coppa d’Oro dei Campioni del Mondo, più nota come Mundialito. Partecipano tutte le squadre che hanno vinto almeno un mondiale (Uruguay, Italia, Germania all’epoca Ovest, Brasile, Argentina), tranne l’Inghilterra, che si rifiuta (non si sa se per protesta o meno, ufficialmente per il già fitto calendario invernale) e viene sostituita proprio dall’Olanda, vice-campione delle due ultime edizioni.
Neanche in Olanda la notizia viene presa bene, tanto che si arriva all’interrogazione parlamentare (ma poi giocheranno). Pure da noi c’è una forte presa di posizione, oltre quaranta giocatori firmano una dichiarazione contro un torneo chiaramente propagandistico. Ma questa viene censurata dal principale quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, che anzi invita i lettori a fare le vacanze di Natale in Uruguay, con la scusa delle partite dell’Italia – non che per i mondiali argentini ci fosse stato ‘sto gran boicottaggio da parte della stampa.
Il perché un giornale ritenuto credibile e prestigioso abbia glissato lo si inizierà a scoprire nel corso del 1981. L’editore Angelo Rizzoli è infatti la tessera n.532 della loggia massonica deviata Propaganda 2. Oltre allo zampino degli Stati Uniti (vedi Operazione Condor), c’è anche un forte presenza della P2 nelle alte sfere militari di Uruguay e Argentina – Massera è la tessera n.478. E, per quanto conti meno, le infiltrazioni piduiste sono anche nella Federcalcio, alla cui guida c’è Artemio Franchi, che infatti non esita a iscrivere gli Azzurri al Mundialito, dietro ricco compenso.
Licio Gelli, Maestro Venerabile della P2, ha forti interessi politici ed economici lungo il Rio de la Plata. È azionista del Banco Finanziario Sudamericano e ha a disposizione, tra le tante, una lussuosa residenza a Montevideo, dove si nasconde prima di costituirsi pochi anni dopo. Nel 1978 è anche ospite della giunta argentina per i festeggiamenti mondiali. Non male per un semplice materassaio.
Non a caso il ruolo italiano non è del tutto neutrale negli anni dei rastrellamenti che portarono a 30 mila (stimati) desaparecidos e 40 mila vittime. L’ambasciata, anch’essa ovviamente collegata alla P2, ha chiari ordini di respingere tutti quelli che cercano asilo politico, come denuncia l’allora vice console Enrico Calamai, lo “Schindler di Buenos Aires” – e infatti viene trasferito.
Perché la propaganda abbia effetto manca solo una cosa. Le squadre ci sono, i campioni anche, serve la visibilità, soprattutto in Europa. A trattare la cessione dei diritti televisivi con il Vecchio Mondo è l’agenzia Strasad, classica sede in un paradiso fiscale, in questo caso Panama, proprietà del commerciante di bestiame Angelo Vulgaris, di origine greca.
L’Eurovisione, che media a nome delle emittenti pubbliche nazionali, viene battuta da un’offerta lauta della Fininvest di Silvio Berlusconi (tessera n.1816): 900 mila dollari, circa un miliardo di lire. Detta così non c’è nulla di strano. Ma: il prezzo è spropositato in relazione alle partite, pagate circa 150 milioni di lire l’una contro i 20 milioni dei mondiali 1978, che senza dubbio sono molto più importanti; la RAI lamenta l’assenza di una regolare asta; Fininvest di fatto non può trasmettere in diretta, perché nel 1980 i satelliti di Telespazio sono ad uso esclusivo della RAI.
La strategia di Fininvest porterà enormi vantaggi.
Economici: rivende alla RAI i diritti, rincarandoli; in più ha, dopo un braccio di ferro con il governo, il permesso di trasmettere le partite non dell’Italia, finale esclusa, guadagnando con la pubblicità.
Di prestigio: perché fa capire alla RAI che non è più sola nel panorama televisivo e la fa apparire all’opinione pubblica come la “cattiva” che non vuole far vedere le partite ai tifosi.
Il Mundialito 1981 alla fine sarà l’unico della Storia, per la cronaca vinto dall’Uruguay. Solo nel 1997 la FIFA si inventerà un torneo simile, da giocare un anno prima dei mondiali in casa di chi li ospiterà. Gli altri invitati, i campioni continentali e gli ultimi detentori del mondiale. Ma anche la Confederations Cup avrà vita breve, senza mai entrare veramente nei cuori dei tifosi.
Nel 1982 verrà arrestato Licio Gelli e cadrà la dittatura argentina, per via della sconfitta militare con gli inglesi alle Malvinas/Falkland. Il 1 marzo 1985 torna alla democrazia anche l’Uruguay. Gli unici in questa storia ad avere ancora longevità saranno Berlusconi e e la sua Fininvest (poi Mediaset).