Veniva rappresentato come un bambino in braccio a un vecchio, a indicare il passato che accoglie il futuro, il cerchio della vita; oggi l’immagine che più comunemente lo descrive è quella dei fuochi d’artificio… che proprio quest’anno, per la prima volta, non avranno luogo in varie città del mondo, tra cui Roma. La città che diede i natali al “primo Capodanno”, diventando ben presto la festa più diffusa su tutta la Terra. Anche se non per tutti cade il 1 Gennaio, tutte le culture rimandano alla fortuna e prosperità…
Inizialmente il Capodanno venne fissato al 14 gennaio da Giulio Cesare con l’invenzione del “Calendario Giuliano” nel 46 a.C. ed era dedicato ai festeggiamenti del dio Giano, da cui il nome del mese, “una divinità esclusivamente romano-italica, la più antica tra gli Dei nazionali”, ma piuttosto dimenticata oggi. Egli è “bifronte” perché è in grado di guardare il passato e il futuro, il ciclo naturale. Che è quello che ancora oggi si vive a Capodanno, dove si lascia quel che è stato e si affronta il nuovo, ma spesso dimentichiamo la nostra natura ciclica.
Si dice che in questa giornata, dopo avere salutato l’anno passato con il solstizio d’inverno, gli antichi romani invitassero amici e parenti a festeggiare l’anno nuovo con pranzi e regali, scambiandosi vasi bianchi con miele e strenne (i ramoscelli d’alloro) come augurio di felicità e fortuna, e mangiando datteri e fichi.
Greci e russi ortodossi, secondo il loro calendario, dovrebbero festeggiare il Capodanno nella data romana, mentre gli italiani in quella gregoriana (1° Gennaio), ma oggi gran parte del mondo si è adattato a quest’ultimo. Tranne chi segue il calendario: buddista (novilunio tra fine gennaio e inizio primavera), cinese (tra il 21 gennaio e il 20 febbraio), persiano (Nowruz, primo giorno di primavera), musulmano (primo giorno di Muharram, il primo mese), ebraico (primo e secondo giorno del mese di Tishri, settembre – ottobre). Se vi fa piacere approfondire il tema interculturale su Piuculture potete trovare vari articoli, anche nostri, che ne parlano con un occhio particolare alle varie comunità che vivono a Roma.
I cibi da assumere durante il Capodanno hanno spesso la forma circolare, ancora a ricordare il “simbolo di un ciclo che si chiude” e insieme ricomincia. Come in Italia che infatti festeggia con le tonde lenticchie che “simboleggiano le monete, con l’auspicio di incrementare la propria ricchezza” o in Spagna e nei Paesi latini dove vengono sostituite con l’uva, 12 acini per essere precisi, da addentare uno per ogni secondo che manca alla mezzanotte, “per ogni mese dell’anno affinché sia fortunato e positivo”. Vedremo che frutta e Capodanno sono strettamente legati. Per la fortuna in Italia c’è anche il vestire di rosso, soprattutto l’intimo. E anche qui il perché va forse ricercato nel “legame intrinseco di questo colore con la vita, la nascita e la rinascita”.
Chi è in cerca di amore e felicità, in particolare, deve snocciolare un melograno e mangiarlo come fece Proserpina prima di innamorarsi del dio Plutone, oppure scambiarsi un bacio sotto il vischio, nelle versioni nordiche. Si legge spesso, infatti, che in Grecia il melograno assume un significato particolare: “chi entra in casa del proprio ospite ne deve lanciare uno in terra e contare i chicchi, il cui numero determinerà quanta fortuna avrà tutta la famiglia. Tra le usanze elleniche anche quella di appendere alla porta una cipolla di buon augurio“. Ma le nostre fonti greche ci dicono che, da almeno un secolo, queste pratiche non sono più diffuse: “Capodanno è la festa di San Basilio” per la chiesa greco-ortodossa. “Si usa preparare una torta che ha il suo nome, Vasilòpita o alternativamente il nome del tempo, chronòpita, “dentro cui si mette una moneta d’oro. Chi riceve la fetta con la moneta avrà un anno fortunato”.
È legata alla superstizione invece l’esplosione dei fuochi d’artificio e la rottura dei cocci. Infatti, secondo antiche leggende, il rumore avrebbe spaventato e allontanato gli spiriti e le “presenze” malvagie. Al contempo, e nello specifico in Russia, si aprono due finestre e la porta per agevolare l’ingresso agli spiriti buoni. Volendo evitare gli spifferi, ma non certo il freddo, a San Pietroburgo, poco prima della mezzanotte, una fiumana di gente si riversa nell’enorme piazza dell’Hermitage. Un palco pieno di Babbi Natale intrattengono la grande folla che attende il brindisi con vodka e tonde arance di buon auspicio.
Tanti gli usi e i costumi connessi al Capodanno nel resto del mondo. In Germania si mangiano piccoli dolci di marzapane a forma di maialino, sorseggiando e brindando con il tradizionale Feuerzangenbowle, che praticamente è la versione meno conosciuta e tedesca del vin brulé. Tra i gesti propiziatori più curiosi c’è quello svizzero di far cadere del gelato alla crema in terra, o di esporre, in Ecuador e in Perù, dei manichini di cartapesta da bruciare a mezzanotte per le strade.
In India il Capodanno si festeggia rigorosamente fuori casa, mentre in Giappone ci si reca nel templi a bere sakè e ad ascoltare 108 colpi di gong prima della mezzanotte. In Brasile infine bisogna rigorosamente vestire di bianco e dorato, invece che di rosso, mentre in Cile, la notte di Capodanno si trascorre al cimitero in compagnia dei propri cari defunti, così come in Messico accade el Dia de Muertos.
Chi festeggia il primo per primo? Altro classico del Capodanno è seguire più inizi d’anno girando con le telecamere per il mondo. Ma il punto è “primo rispetto a chi”. Rispetto a noi inizia sempre l’Oceano Pacifico con la piccola isola di Christmas (o Kiribati) nelle Sporadi equatoriali, 13 ore prima di noi. Poi ci si deve spostare verso ovest con il Giappone (9 ore prima), India (5 ore), Russia (a Mosca 3 ore prima di Roma). Dopo di noi arriva l’Inghilterra (1 ora “in ritardo”), l’America nella sua interezza (da 3 a 8 ore) e infine l’ultimo Capodanno alle Hawaii, 11 ore dopo.
Ma poi “si ricomincia”! Perfino i fusi orari, infatti, sono una sorta di ciclo intorno alla Terra. Essendo questi (nella loro rigida divisione) meramente convenzionali, accadono delle bizzarrie lungo l’immaginaria Linea Internazionale del Cambio di Data, che taglia il Pacifico dal 1884 per dividere il + dal – rispetto a Greenwich. Ad esempio, Grande e Piccola Diomede, nello stretto di Bering, distano appena 3 kilometri e, nonostante abbiano di fatto la stessa luce, sono separate da ben 21 ore di fuso!
Avete fatto le vostre promesse? L’ultimo stereotipo del Capodanno. Della serie “anno nuovo, vita nuova” e relative promesse fatte a sé stessi, spesso non mantenute. C’è chi ha stilato una classifica delle più comuni e in effetti a leggere in giro, ai primi posti c’è sempre la solita triade: “perdere peso e allenarsi”, “smettere di fumare”, “imparare qualcosa di nuovo”. Ma per il 2021, forse, abbiamo bisogno di impegni più forti e profondi: anche se la fiducia nel futuro traballa, non è pensando a poco (o al peggio) che la nostra vita migliorerà. Tanti auguri a tutti noi, che l’amore in tutte le sue forme ci accompagni sempre in ogni scelta!