Il 13 marzo 1978 a soli 42 anni moriva John Cazale, grande e sfortunato attore apparso in solo cinque pellicole, ma tutte candidate all’Oscar come miglior film.
Inizi
John nasce il 12 agosto 1935 a Revere, Massachusetts, da una famiglia italo-americana (come il cognome fa intuire). E questa combinazione genetica sarà importante tanto quanto l’indiscutibile talento e un pizzico di casualità nella sua strada verso la consacrazione al grande pubblico, come vedremo.
Cazale studia teatro a Boston e poi si trasferisce a New York per diventare un attore professionista, mantenendosi facendo i più disparati lavori, dal tassista al corriere ed è proprio da impiegato in una ditta di consegne che conosce il collega Alfredo James Pacino. Chiacchierando su un libro di Čechov che John ha portato al lavoro scoprono di essere entrambi aspiranti attori, per caso si ritroveranno qualche anno dopo, nel 1968, nel cast dello spettacolo di Broadway The Indian Wants the Bronx scritto dal drammaturgo Israel Horovitz. L’amicizia durerà fino alla fine.
Il Padrino
Nel 1971 Francis Ford Coppola e il direttore del casting Fred Roos sono a New York, alla disperata ricerca di un attore per il particolare ruolo di Fredo nel film Il Padrino, ma sono arenati. Richard Dreyfuss, per combinazione, chiama l’amico Roos e coglie l’occasione di averlo in città per invitarlo allo spettacolo di Broadway Line, sempre uscito dalla prolifica penna di Horovitz, cui Dreyfuss prende parte. Coppola e Roos notano un nome italo-americano nel cartello, già gli si drizzano le antenne. E poi, soprattutto, vedranno che è molto bravo.
Dice Coppola nel documentario di Richard Shepard I Knew It Was You – titolo che riprende una iconica frase de Il Padrino, quando Michael/Pacino scopre il tradimento del fratello Fredo/Cazale – “trasmetteva calore e dolcezza, qualità che avrebbe dovuto avere Fredo. Nessuno di noi ebbe dubbi sulla sua scelta”. John Cazale sbarca nel grande cinema, debuttando al fianco di Pacino, Marlon Brando, Robert Duvall, integrandosi alla perfezione, con naturalezza da veterano.
La Conversazione e Il Padrino II
La prestazione di Cazale piace tanto a Coppola, tanto che scrive un ruolo cucito su di lui per La Conversazione, come assistente dell’investigatore Gene Hackman. Poi arriva Il Padrino – Parte II, probabilmente la definitiva consacrazione della bravura di John, se mai ce ne fosse stato bisogno. Fredo è il traditore, da un certo punto di vista è il personaggio negativo, eppure nel tempo assume lati più umani, al contrario di Michael/Pacino che da brava persona esterna alla “famiglia” diventa sempre più cinico e freddo.
Metodo
Tutti quelli che hanno lavorato con John ne hanno esaltato il metodo, la capacità di calarsi totalmente nella parte e soprattutto di portare i colleghi a fare altrettanto. Disse Pacino: “mi insegnò a farmi domande senza dare risposte”, per capire il personaggio sotto ogni aspetto, “è fantastico perché così si lasciano molte porte aperte”. Aggiunge la grande attrice e storica compagna Meryl Streep che, proprio per questo, i registi lo chiamavano “20 domande”. Non era mai completamente soddisfatto del profilo dei suoi personaggi.
John approfondiva sempre, proseguiva Pacino nel racconto, “vederlo al lavoro era una lezione. Credo che in questo mestiere mi abbia insegnato più di chiunque altro”. Non iniziava mai una scena seguendo il copione. “Stava zitto finché non lo stimolavi, poi ti trascinava nell’improvvisazione dettando il ritmo. Solo quando si creava la giusta connessione si tornava sul copione”. Per lo storico del cinema Mark Harris la sua presenza ha spinto gli attori verso grandi recitazioni.
Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani
Nel 1975 esce Quel Pomeriggio di Un Giorno da Cani. Per il ruolo di complice di Pacino nella rapina attorno a cui ruota il film, Sidney Lumet aveva pensato a un diciannovenne. È Pacino a convincere Lumet a considerare il quarantenne Cazale, che ovviamente supera facilmente il provino. “Si è creata una connessione incredibile durante il provino”, disse Lumet, “veramente straordinaria”.
Il rapporto di ruoli tra Pacino e Cazale si inverte rispetto a Il Padrino, Pacino sembra più calmo, sotto controllo, razionale. Cazale è nervoso, intenso, a tratti grottesco ma sembra sempre sul punto di esplodere. “La sua faccia produceva una sensazione di oscurità personale, di enorme tristezza”, ricorda Lumet, ma la complessità di Cazale stava nel mettere del drammatico nel leggero e viceversa.
La scena più divertente del film, tragicomica, nasce da un’altra improvvisazione. Pacino chiede al socio dove vorrebbe andare, visto che il colpo in banca sta prendendo una piega inattesa e forse saranno costretti a scappare all’estero senza poter più tornare negli Stati Uniti. Cazale risponde con un disarmante “Wyoming”.
Meryl Streep
Nel frattempo John Cazale, che a quanto pare era spesso circondato da belle donne, inizia un’intensa relazione con Meryl Streep. “John si distaccava dagli altri per singolarità, umanità e curiosità verso le persone, era compassionevole”, lo ricorda così l’attrice. “Si prendeva il suo tempo per fare le cose, era molto meticoloso e questo a volte infastidiva la gente”. Ma questa sua cura nel dettaglio lo ha reso grande uomo e professionista. “Era maniacale sul lavoro. Io mi adattavo di più alla prima idea mi paresse buona, John mi diceva sempre che avevo molte più possibilità. È una lezione che tengo incisa nel cuore”.
Il cancro e Il Cacciatore
Ma arriva anche la malattia, un cancro ai polmoni. John lo affronta con forza e coraggio, tutti gli amici e colleghi in fondo lo vedono bene, del resto non aveva mai avuto una faccia che fosse proprio il ritratto della salute. E poi voleva lavorare, insomma sembrava ci fossero buone speranze.
Stanno però iniziando le riprese de Il Cacciatore, John Cazale è nel cast e una riunione della produzione si rende necessaria per capire cosa fare. Ci sono clausole, penali, contratti, difficoltà tecniche qualora John muoia nel mezzo delle riprese e si debba cercare un sostituto.
Il regista Michael Cimino, Robert De Niro e il resto del cast si impongono: o John resta – magari facendogli girare prima le sue scene – o se ne vanno tutti. “Credo De Niro abbia contribuito economicamente alla produzione”, sospetta Meryl Streep, “non lo ha mai detto espressamente perché è una persona molto generosa”.
Eredità umana e professionale
“Gli attori a volte esagerano nella recitazione, altre volte invece non arrivano proprio o non sanno quello che fanno”, affermò De Niro riguardo all’aver lavorato con John. “Con lui non avevi mai questa sensazione, in nessun momento. C’è sempre stata una buona chimica tra noi, era autentico e questo permetteva di rispondere bene alle sue prestazioni, non c’era mai forzatura”.
Purtroppo John muore prima di vedere il prodotto finito, il suo quinto e ultimo film, come già detto tutti candidati all’Academy.
Il ricordo di Israel Horovitz
Israel Horovitz, quello che fu il suo primo regista teatrale, ha dedicato a John Cazale un sentito elogio funebre:
“La sua vita si ripete volta dopo volta come le pellicole nelle nostre sale, nei nostri sogni. Lascia a noi e al suo grande pubblico il ricordo della sua calma, il suo aspettare tranquillo, l’amore per la musica ‘alta’ e per le battute ‘basse’; l’assurdo pezzo di foresta che era la sua fronte, la fetta di anguria che era il suo sorriso. È indimenticabile”.