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Natura vs chimica, il “rischio zero” non esiste (3)

Eccoci alla penultima parte di Natura VS chimica, l’eterna lotta tra due complementi, con una nuova lista di stereotipi…

(Continua da Natura vs Chimica, gli stereotipi del bio)

13. L’OBIETTIVO E’ “RISCHIO ZERO” : bello, ma purtroppo non esiste (come la perfezione)

Molti casi controversi, come la xylella in Puglia, poi conosciuti a livello nazionale, la maggior parte delle volte scoppiano nei piccoli centri. C’è un motivo: “La percezione del rischio è soggettiva, questo significa che tende a enfatizzarsi nelle piccole comunità, semplicemente perché la gente si conosce”, così se uno muore in una grande città sarà meno sentito, a livello emotivo, rispetto al paesino dove lo conoscevano tutti. Ma non è detto poi che la situazione sia così grave. “Solo la valutazione può essere oggettiva” ed è per questo che ad essa dovremmo affidarci, come una bussola. A partire dall’attenzione all’uso dei termini: “quando io dico qui c’è la presenza di un metallo, questo non significa immediatamente danno, ma solo rischio”, ed è in fondo qualcosa che dobbiamo accettare, perché il tanto agognato rischio zero, checché se ne pensi, non esiste! Come non esiste il “residuo zero”. Quello che è cambiato è solo che siamo più bravi: “prima i residui al di sotto di una certa soglia non eravamo proprio in grado di vederli, quindi era come se non esistessero, ma oggi che li vediamo fa sembrare che la situazione sta peggiorando”! Il Quality criteria è un criterio di prudenza applicato da tutti su ogni prodotto. Si stabilisce così: “si prende la dose che procura problemi sull’organismo più sensibile e la si divide per 10-100-1.000″. Di meglio spesso non si può proprio fare. Basti pensare che “l’inquinante più naturale di tutti”, e quindi percepito come innocuo “tanto che non se ne parla più quasi per niente, è la CO2, l’anidride carbonica prodotta da uomini, animali e piante, in realtà una delle molecole più gravi e persistenti. Nell’etere ci sono ancora molecole prodotte dai nostri trisnonni…”

14. LA CHIMICA IN AGRICOLTURA E’ IL MALE PEGGIORE : in realtà c’è molta più chimica in saponi e detergenti

L’agricoltura è sempre in mezzo alla faccenda del chimico, sarà perché riguarda “cose che si mangiano”, eppure la situazione non cambia a livello di “assorbimento” quando applichiamo sostanze sulla pelle. Considerato pure che “c’è molta più chimica nei prodotti di uso quotidiano o quasi: la presenza di agenti inquinanti in saponi, detergenti, lozioni… può oscillare tra il 35 e il 70% contro il solo 2% dei prodotti agricoli. “Pensate all’Autan, uno degli articoli più utilizzati dalle mamme apprensive… be’ ci sono bambini che sono morti di Autan, ma nessuno lo dice”. Ovvero di dietiltoluamide (DEET) e ovviamente, e come sempre, in seguito a larghe e prolungate dosi. D’altra parte parliamo di meno di 1 caso su 100 milioni, ma vale la pena saperlo, anche perché, almeno per quanto riguarda i repellenti, ci sono alternative migliori, come un banale olio essenziale alla citronella. Quindi, a meno che tu non viva in una zona malarica (ma il quel caso i provvedimenti sono ben diversi da un semplice repellente!), forse è meglio che il ragazzino si becchi qualche puntura che dieci passate di Autan! Tra i prodotti che prevengono e quelli che leniscono, tra l’altro, i secondi davvero non danno problemi (per esempio l’aloe vera, ma che sia filtrata!, altrimenti sta nel gruppo 2B (forse cancerogena) pure lei, la regina delle piante della salute, pensate un po’! “Di contro ci sono statistiche che parlano di percentuali che vanno dal 7 al 20% di morti, all’anno e solo in USA, per (ab)uso di prodotti naturali” (qui siamo riusciti a verificare solo la fonte riguardo l’abuso, ma non sui morti). Di contro ancora i detersivi bio, non è che non siano chimici, ma di sicuro “hanno il pregio di essere più biodegradabili” e quindi meno inquinanti.

15. ERA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO : sarà…

Abbiamo a che fare con un paradosso: “stranamente più si aumenta la sicurezza più aumenta la preoccupazione, essenzialmente per colpa di quello che circola sui social network e nei media in generale”. La cosa è un po’ triste perché, invece di farci venire l’ansia per ogni cosa, dovremmo gioire almeno un po’: basti pensare che “oggi abbiamo il 70% di sostanze tossiche in meno rispetto soltanto a 30 anni fa”, e tutto questo anche grazie all’“inutile” UE, e di nuovo l’Efsa, che le ha studiate, identificate e abolite.

grafico pericoli reali e percepiti
Come si vede da questo semplice grafico: sembriamo dei pazzi. Consideriamo pericoli indicibili cose che sono davvero poco probabili e siamo completamente incuranti di quelli davvero pericolosi…

16. I MEDIA HANNO UNA GROSSA RESPONSABILITA’ : su questo non c’è alcun dubbio, ma è anche responsabilità del cittadino non credere a tutto, sennò che ce sta a fà la scuola?

Anche perché ormai è saputo e risaputo che il nostro cervello ci gioca spesso degli scherzi! È il paradosso dei rischi reali contro quelli percepiti che si gonfiano attraverso la cattiva informazione. Che può avvenire anche senza troppa malizia, per esempio solo pubblicando vecchie foto di repertorio: “se io vedo aerei che spruzzano cose non meglio identificate su un campo”, ed è quello che circola a corollario di quasi ogni articolo che riguardi “l’agricoltura tradizionale”, è ovvio che vorrò bio tutta la vita! Peccato che è una realtà che, almeno in Italia, non esiste! Di contro dobbiamo rimanere consapevoli che ogni Paese ha le sue regole. In Argentina, per esempio, è vero che vengono ancora applicati questi metodi di fatto rischiosi. Ci sono questi cosiddetti “uomini bandiera, persone che coordinano da sotto gli aerei spruzzatori”, proprio come in un aeroporto, ma senza alcun tipo di protezione. Questo significa che, se una pianta si prende un trattamento al giorno (e cioè entro il limite di legge), ognuno di loro si prende dai 60 ai 70 trattamenti al giorno. Enormemente di più delle piante! A quel punto non ci si può stupire se poi vengono colpiti dalla stessa malattia degenerativa “del calzolaio”, ovvero quella che può uccidere chi è regolarmente esposto a colle e solventi”.

17. MA SE NON E’ SICURO DA RESPIRARE, PERCHE’ SAREBBE SICURO DA INGERIRE? ALLORA TE LO POTRESTI BERE TE!!1!!!1 : molte grazie, ma questo ha solo a che fare con la normativa sulla sicurezza sul lavoro

Questa è l’obiezione classica, di fronte a una foto in cui si mostra, senza arrivare all’aereo, una persona che sparge fertilizzanti indossando una maschera filtrante. Obiezione che può sembrare anche ragionevole a una prima occhiata, e invece è un po’ stupida, perché ha solo a che fare con le procedure lavorative a norma di legge: “anche gli operai a lavoro devono usare il caschetto, ma questo non significa che si faranno male per forza”. Allo stesso modo, come nel caso dell’Argentina, è molto diverso essere di fronte a un’esposizione giornaliera, data dal lavoro, a sostanze comunque tossiche (alle famosi “dosi elevate”), rispetto a mangiare una mela lavata e sbucciata. “Talvolta mi diverto anche a provocare a mia volta, rispondendo che se vogliono me lo bevo davvero un bel bicchiere di una qualsiasi sostanza cancerogena. Allora prendo del prosecco, ci metto un po’ di colorante, giusto per non farlo riconoscere, e vedi le facce! Il punto è che ci sono sostanze per noi più importanti, che ci fanno male come o peggio di altre, ma siccome le amiamo non siamo disposti a credere che siano così deleterie”.

limone mutato dall'acaro delle meraviglie
Bellissimo limone mutato dall’acaro delle meraviglie

18. E ALLORA CHE DIRE DEL POMODORO-PESCE, LA FRAGOLA-PESCE, LA XYLELLA E I FRUTTI MOSTRUOSI DELLA TERRA DEI FUOCHI? : una sola parola, “bufale”

I paurosamente OGM pomodoro-pesci e fragola-pesci mai esistiti, ma già si trovano nei libri per bambini! I frutti geneticamente modificati della Campania sono solo il frutto del cosiddetto acaro delle meraviglie (neanche tossico). Sulla xylella si è costruita “una campagna disinformante gigantesca che ha cercato connessioni tra il batterio che aveva attaccato gli ulivi del Salento con gli intenti OGM della Monsanto di Saint Louis. E alla fine per dare retta a teorie astratte, complottiste e senza fondamento – dall’acqua informatizzata alle erbe aromatiche a protezione – invece cioè di risolvere immediatamente la situazione – che purtroppo comportava l’eradicazione dei pochi ulivi iniziali – la xylella nel frattempo è arrivata addirittura fino agli ulivi di Bari…

19. LE TEMATICHE AMBIENTALI SONO NOIOSE (cit.) : sì, infatti sono solo fondamentali per la nostra sopravvivenza 
“Molte di queste cose non si sanno perché purtroppo il giornalismo campa sulla sensazione che è quella che ormai sprona sempre di più la lettura. Quindi ci sono giornalisti che non parlano di questi temi semplicemente perché
sanno che i loro articoli perderebbero in partenza. Al contempo, nel tentativo di prendere quei pochi lettori, girano dei titoli talmente inquietanti – Spaghetti ai pesticidi o La polenta è veleno – che è molto facile passare dall’informazione all’allarmismo”. Perdendo tutto il positivo che c’è ed è grande e migliora sempre di più. Senza invidiare per forza gli altri. “In Italia, per esempio, in certe regioni si registra una speranza di vita di 84 anni, più di quella del Giappone!” Evidentemente il Giappone fa più esotico…

Continua con Natura vs Chimica, gli ogm contro i pesticidi

Tutti i virgolettati sono di Donatello Sandroni, laureato in Scienze Agrarie ed Ecotossicologia e Massimo Galbiati del Dipartimento di Bioscienze di Milano.

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