“I nazisti hanno fatto anche cose buone”, verrebbe da dire pensando a Topolino – Mickey Mouse, probabilmente la migliore creatura del controverso Walt Disney. Ok, è un’esagerazione con un po’ di verità (e tanti sospetti), visto che le idee del più noto disegnatore del mondo non erano tanto distanti da quelle della Germania a lui contemporanea. Almeno fino a quando il patriottismo non gli impose di “tifare” per l’esercito di zio Sam nella Seconda Guerra Mondiale – risale al 1943 il cortometraggio di propaganda Der Fuehrer’s Face, incubo con protagonista Paperino.
Ma il tema del momento non sono le simpatie o le frequentazioni di Disney – tipo la ultraconservatrice Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals o la regista tanto cara ad Hitler, Leni Riefenstahl. È il novantesimo “compleanno” di Topolino, quello che avrebbe potuto essere un coniglio o chiamarsi Mortimer.
Nel 1927 Walt Disney e il socio Dan Mintz crearono Oswald the Lucky Rabbit, il coniglio fortunato. Ma Mintz, all’oscuro di Disney, si stava accordando con la Universal per la cessione dei diritti. Disney ripiegò su un altro roditore, un animale che stando a quanto si dice non gli piacesse così tanto, anzi. Eppure, o forse proprio per questo, frequentava molto il suo ufficio, in cerca di scarti alimentari.
Il primo nome scelto per questo topo è Mortimer, bocciato dalla consorte di Walt, Lilian – sarà comunque riutilizzato per un personaggio pretendente di Minnie e per uno dei nipotini (Morty e Ferdie), anche se in Italia li conosciamo come Tip e Tap. Per la cronaca, Disney sosteneva che Topolino e Minnie siano in realtà sposati, anche se dalle storie pubblicate non sembrerebbe.
Siamo l’unico Paese dove del nome Mickey non ci sia traccia, altrove è stato adattato alla lingua del posto, che sia Mikkel, Mikki, Miki o Mikis. Persino la Spagna, che traduce pure l’hot dog chiamandolo perrito caliente, è rimasta fedele all’originale, con Ratón Mickey. A proposito, hot dog è stata proprio la prima parola mai pronunciata da Topolino, nel 1929, a un anno dalla sua nascita. La voce è quella di Disney, doppiatore finché l’effetto del tabacco sulle corde vocali glielo consentirà.
Il debutto è il 18 novembre 1928, nel corto Steamboat Willie e le immagini del topo Michele al timone del battello a vapore mentre fischietta sono impresse nella mente di tutti. Sono le prime ufficiali, sì, ma non le prime create. Topolino appare su carta in Plane Crazy, solo che la distribuzione sarà successiva a Steamboat Willie. I caratteristici guanti arriveranno prima ancora dei suoi storici amici Pippo e Pluto e non possono passare inosservati, anche perché coprono mani con quattro dita ciascuna.
La funzione del guanto era in primo luogo estetica, per spezzare il monocromatismo delle braccia nere col bianco, ma anche presa dalla particolare tradizione dei ministrel show. In questi spettacoli gli attori bianchi impersonavano i neri, dipingendosi la faccia e usando appunto guanti bianchi. Tali esibizioni avevano una duplice valenza. Un bel po’ razziste sì (e si ritorna alla dottrina disneyana), ma alla fine utili per avvicinare i caucasoidi alla cultura afroamericana. Le quattro dita invece sono solo una semplificazione grafica, per risparmiare tempo e quindi denaro.
Nel 1978, in occasione del primo mezzo secolo di vita, Topolino si guadagna la stella nella Walk of Fame di Hollywood Boulevard e se ne certifica, non che ce ne fosse bisogno in realtà, l’appartenenza alla cultura popolare statunitense e mondiale. Fumetti, film, parchi a tema, orologi e poi tutto il resto del merchandising. Più infiniti riferimenti e citazioni da parte degli altri.
“It’s on America’s tortured brow that Mickey Mouse has grown up a cow”, dice David Bowie in Life on Mars (è sulla fronte torturata dell’America che Topolino è cresciuto come una mucca). È stato nominato dai Rammstein nel brano Amerika del 2004, tra i simboli a stelle e strisce insieme alla meno artistica Coca-Cola.
Da noi Claudio Bisio nel 1990 gli ha dedicato un divertente monologo nell’ambito dello spettacolo Aspettando Godo. Caparezza ha modellato un pezzo intorno alla Marcia di Topolino – per ironizzare sul “popolino”. La stessa canzoncina che 24 anni prima chiudeva alla perfezione Full Metal Jacket, con i marines che, scampato momentaneamente il pericolo, si concedono un regresso all’infanzia per dimenticare le brutture della guerra in Vietnam.
I più irriverenti sono stati senza dubbio Matt Stone e Trey Parker, gli autori di South Park. Nell’episodio L’anello Mickey Mouse è lo spietato dirigente della Disney e, in un delirio di onnipotenza, si abbandona alla confessione delle sue trame per raggirare il pubblico, definendosi più potente di Dio. Smascherato, si imbestialisce e diventa un gigante sputafuoco che terrorizza la cittadina del Colorado.
Resta il fatto che, oltre alla fama sconfinata e le iperboli di South Park, Topolino è una vera macchina da soldi. Nel 2004 la rivista di economia Forbes ha calcolato che, pure a così tanti anni dalla nascita, nei primi anni 2000 i guadagni generati da Mickey Mouse erano nell’ordine di miliardi di dollari annui, il più ricco tra i personaggi immaginari. “Furbo e birichin” senza dubbio, ma per il novantesimo compleanno non si può che “far baldoria insieme a Topolin”.