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Hollywood, da oasi proibizionista allo star system

Guardando le storie di dipendenza che colpiscono lo show-business, sembra incredibile pensare che Hollywood sia nata come una cittadina proibizionista. Alla fine del 1800 infatti, durante il viaggio di nozze, l’imprenditore Harvey Henderson Wilcox viene convinto dalla moglie Daeida Hartell a comprare un’area di circa 50 ettari dove costruire un’oasi libera dall’alcol e con molte altre restrizioni più o meno assurde: dalle armi da fuoco alle piste da bowling, alle biciclette sui marciapiedi.

L’utopia della Hartell però non dura. Nel 1903 gli abitanti devono decidere se trasformare Hollywood in una città ufficiale. Daeida si oppone, ma in quanto donna non può nemmeno votare. Il sogno finisce del tutto nel 1910, quando gli ormai ben cinquemila abitanti scelgono l’annessione a Los Angeles, più grande ma soprattutto con una migliore fornitura d’acqua. Di lì a poco sarebbero arrivati ben altri sconvolgimenti per la quieta (ex) cittadina.

La locandina di Via col vento, film campione di incassi che ha segnato un momento fondamentale nella cinematografia made in Hollywood

L’industria cinematografica fino a quel momento era attiva specialmente dall’altra parte del Paese, nella costa est, finché le case di produzione decidono di emigrare a ovest per una serie di vantaggi. Migliore clima, paesaggi più variegati e interessanti, prezzi molto più accessibili. Ma soprattutto per scappare dalla minaccia di Thomas Edison.

Il celebre inventore aveva l’esclusiva su una serie di macchinari di sua invenzione utili per girare i film e non esitava a denunciare chi ne facesse uso senza permesso. Pare assoldasse anche dei criminali per minacciare fisicamente i trasgressori, colpendo in particolar modo gli autori indipendenti, finanziariamente meno coperti. Nel 1917 la Corte Suprema pone fine al regno di terrore e al monopolio di Edison, illegittimo perché contro il pubblico interesse – ed è ironico come ora l’industria faccia lo stesso con diritti e riproduzioni in streaming.

Elizabeth Taylor in Cleopatra, kolossal figlio di una seconda e sensazionale fase di Hollywood

Dalla fine degli anni ’10 del Novecento e con l’avvento del sonoro nel decennio successivo, inizia l’età dell’oro di Hollywood e dello studio system. L’oligarchia comprende cinque case di produzione, Paramount, 20th Century Fox, Rko, Metro Goldwyn Mayer e Warner Bros) che controllano anche la distribuzione, posseggono i cinema e praticamente anche attori, sceneggiatori e registi, costretti il più delle volte a contratti quasi a tempo indeterminato. Ad ogni modo escono nelle sale grandi classici, da Via col vento a Casablanca, da Biancaneve a Quarto Potere – che pur non essendo un film di tendenza riscuote grande successo di pubblico.

Ma ancora una volta entra in gioco la Corte Suprema, stavolta in senso sfavorevole alla Paramount, condannata per violazione della libera concorrenza. Il danno maggiore lo fa però la televisione, che permette di guardare i film stando comodamente a casa e risparmiare. Se negli anni ’30 circa il 60% delle persone andava al cinema almeno una volta a settimana, negli anni ’60 il numero crolla drasticamente al 10%, rimanendo stabile per gli anni a seguire.

Hollywood va così al contrattacco. Schermi più grandi, migliori effetti, scenografie impressionanti. Kolossal come Cleopatra del 1963, per quanto di fama internazionale, non sono mai riusciti a rientrare delle spese. Col tempo la produzione lascia più libertà a scrittori e registi. Film come Lo squalo di Steven Spielberg, Il padrino di Francis Ford Coppola o Star Wars di George Lucas segnano una fase di innovazione e diversificazione del prodotto. Ma i costi ricominciano a salire, con il rischio bancarotta sempre dietro l’angolo.

Ant-Man and the Wasp, l’ultima produzione di Hollywood a base di supereroi Marvel

Adesso la televisione è considerata quasi obsoleta, ma servizi come Netflix e Hulu rappresentano nuove insidie per l’industria del cinema, insieme all’abbattimento dei costi di realizzazione per cineasti indipendenti. Con un telefono, un’attrezzatura base e un software per il montaggio si possono girare film spendendo poche centinaia di euro.

Hollywood è tornata quindi a puntare forte sul sensazionalismo, promuovendo, su tutti, film fantasy o di supereroi, intramontabili al botteghino nonostante la saturazione. Riesce così a mantenere ben riconoscibile il suo nome nell’immaginario collettivo, ormai lontano anni luce dal piccolo e tranquillo villaggio proibizionista.

 


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