Il mondo, sportivo e non, è concentrato sui Giochi invernali di Pyongchang, guardando con piacere sia alla stretta di mano tra la sorella di Kim Jong-un – in rappresentanza della delegazione della Corea del Nord – e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che alla nazionale delle due Coree, unite nell’hockey. Lasceranno il tempo che trovano, ma sono segni che rientrano nel pieno spirito olimpico, che come noto nell’antica Grecia era così forte da sospendere le guerre.
Chi ha l’esercito migliore?
Meno famosi e sicuramente molto meno olimpici sono i Giochi Militari Internazionali, nati e cresciuti in Russia nel 2015 e giunti già alla terza edizione nell’estate 2017, proprio a metà tra Rio e Pyongchang. La manifestazione è esattamente quello che sembra, una competizione tra eserciti per dimostrare chi ha l’arsenale e il potenziale militare migliore.
Le gare, da tre anni praticamente appannaggio della stessa Russia, comprendono biathlon dei carri armati – singoli e a squadre, con tanto di percorso a ostacoli e tiro – attacco alla Suvorov, dal nome del condottiero sovietico durante la Seconda Guerra Mondiale, sfide tra cecchini, aviatori (ricognizione, perlustrazione, tecnica), paracadutisti, mezzi subacquei e anfibi, cuochi e medici di campo. Il tutto per un totale di ben 22 discipline.
Dopo l’invasione e annessione della Crimea, la Russia di Putin ha scelto di investire pesantemente sull’esercito, con un piano di ammodernamento da 300 miliardi di euro. Questa specie di anti-Olimpiadi sono l’occasione perfetta per metterlo in mostra senza necessariamente passare per cattivi imperialisti agli occhi dell’opinione pubblica internazionale.
Partecipanti non sempre raccomandabili
Altra cosa inquietante, semmai ce ne sia qualcuna che non lo sia, è la lista dei partecipanti. L’edizione 2017, ospitata da Russia, Kazakistan, Bielorussia e Cina, ha visto il picco di 28 Paesi. Quasi tutti coinvolti in conflitti e guerre civili (più o meno recenti); in tensione con i vicini; o “solo” dittature militari. Come Siria, Iran, Venezuela, Israele, Egitto, Kuwait, Thailandia, Laos, Arabia Saudita, Serbia, Azerbaigian, Armenia, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, El Salvador.
Nelle prime due edizioni non si è visto (quasi) nessun membro della NATO, assenze pesanti dal punto di vista delle relazioni diplomatiche. Eppure la Russia gli inviti li ha spediti, l’unica a raccoglierlo proprio nel 2017 è stata la Grecia, che in effetti tra quei nomi un po’ sfigura.
Letteralmente anti-Olimpiadi
La degna chiosa a queste Olimpiadi al rovescio l’ha data il ministro della Difesa russo Sergej Šojgu, che ribaltando il buon Pierre de Coubertin ha confermato che sì, “qua conta solo vincere”.