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Giappone, non è un Paese per vecchi

Il Giappone è uno dei Paesi dal maggiore tasso di longevità e salute, ma con l’allungarsi delle aspettative di vita aumentano anche le problematiche legate alla senilità, come demenza e morbo di Alzheimer. Il governo di Shinzo Abe sta faticando a trovare misure efficaci che incrementino l’assistenza a una popolazione che invecchia progressivamente – quasi un quarto degli abitanti ha più di 65 anni. Spesso tutto il peso ricade sulle famiglie, che lo sopportano sempre più malvolentieri. Perché è un impegno costante.

L’anzianità sarà anche vista in molte culture, tra cui la stessa giapponese, come sinonimo di saggezza, ma in un mondo capitalista e orientato verso produttività e profitto, il ruolo degli anziani è marginale. Per sensibilizzare sul tema e sfatare un po’ questo mito, a Tokyo, per soli due giorni di giugno, è stato aperto un ristorante dal personale decisamente attempato e affetto da demenza senile. La food blogger Mizuho Kudo ha recensito molto positivamente l’esperienza. Atmosfera allegra e divertente, rilassata, sorridente anche se qualche errore nelle ordinazioni c’è stato. Al posto dell’hamburger le sono arrivati i gyoza, gnocchetti ripieni, la versione made in Giappone dei (forse) più noti ravioli cinesi. Comunque buoni, ha commentato la Kudo.

giappone ristorante
Il personale del ristorante che per due giorni, in Giappone, ha dimostrato che anche con qualche errore gli anziani possono avere uno spazio in questa società

A parte le iniziative dall’arco temporale limitato, gli anziani giapponesi vivono una quotidianità spesso contraddittoria. Da una parte c’è grande considerazione, ad esempio dal 1966 è stata loro dedicata la Giornata per il rispetto, ogni terzo lunedì di settembre. Ma un conto è l’immagine pubblica, quasi sacra, un conto il vissuto. Le tradizioni spesso svaniscono o perdono potenziale, così questo prestigio all’interno del nucleo familiare non è più intoccabile. C’è ancora chi lascia il lavoro per dedicarsi esclusivamente ai vecchi genitori, ma cinque milioni di anziani vivono soli e hanno interrotto i rapporti con i figli. Capita anche che la loro morte passi inosservata per giorni, tanto che alcune imprese di pulizia, secondo un’inchiesta della Reuters, si stanno specializzando in interventi mirati proprio per appartamenti in cui è avvenuto un kodokushi, un decesso in solitudine.

Il mondo del lavoro, per forza di cose, risente dei cambiamenti demografici. I manager delle principali aziende sono perlopiù ultrasessantenni, contro la media europea che naviga nella fascia 40-50 anni, perché da noi la lunga militanza non è l’unico fattore di promozione. Ma le cose stanno cambiando anche in Giappone. Come riporta Il sole 24 ore, quasi il 20% degli anziani vive in condizioni di povertà ed è frequente vedere pensionati costretti a svolgere altri piccoli impieghi. Esistono associazioni in grado di combinare le competenze del candidato con le richieste del mercato. Proprio come le agenzie interinali, ma destinate a chi dovrebbe finalmente essere fuori dai parametri della forza lavoro.

Shinzo Abe Giappone
Il primo ministro del Giappone Shinzo Abe

Un’altra ambiguità riguarda il settore trasporti. In Giappone non è scortese rifiutarsi di cedere il posto a sedere a un anziano, perché sarebbe come considerare quella persona bisognosa, debole, mettendola a disagio. Punto di vista interessante, ma non vale lo stesso per la patente di guida. L’aumento degli incidenti ha spinto un’impresa di pompe funebri a praticare sconti a chi nel futuro (non troppo remoto) passerà a miglior vita, a patto che rinunci alla licenza. Del resto un calo dei riflessi e dei tempi di reazione è fisiologico, non è solo uno stereotipo. Altre regioni invece preferiscono praticare un più classico prezzo ridotto sull’utilizzo dei taxi.

Una curiosa conseguenza dell’invecchiamento della popolazione è l’invecchiamento della criminalità. Oltre 23 mila persone sopra i 65 anni, solo nella prima metà del 2015, sono state collegate a reati, riporta la polizia nazionale. Nello stesso arco di tempo invece sono stati indagati meno di 20 mila adolescenti tra i 14 e i 19 anni.

“Se la vecchiaia non mostra più la sua vulnerabilità, dove reperire le ragioni della pietas, l’esigenza di sincerità, la richiesta di risposte sulle quali poggia la coesione sociale?”, scriveva il sociologo Umberto Galimberti. Per il Giappone questo è un terreno fondamentale in cui bilanciare gli equilibri delle forti spinte di tradizione e innovazione, che più che altrove si fanno sentire. Andando oltre la suggestione di un paesaggio che integra pagode e grattacieli.

 


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