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Corea del Sud: la Park, la Samsung e la sciamana

Proprio ieri la Corea del Sud è tornata a votare dopo una delle vicende più strane che l’hanno interessata: quella che riguarda Park Geun-hye, riuscita a diventare, in una volta sola, la prima donna presidente, finita in un impeachment, e poi in carcere… nella storia del Paese. E per colpa di due sciamani.

Il nuovo presidente della Corea del Sud è Moon Jae-in, ex avvocato dei diritti civili, ala democratica, intenzionato a dialogare finalmente con la Corea del Nord. Forse il vero cambiamento che i coreani già credevano di ottenere con la solida promessa della ex presidente Park. Come è stata possibile questa enorme svista? “Grazie” a un fantasma di fumo, un enorme stereotipo, illusione che si sviluppa su una persona, cosa o luogo. La “cosa” in questione, in questo caso, è poco conosciuta da noi, ma molto in Oriente, è lo sciamanismo… come racconta Giulia Pompili del Foglio durante un live show targato Oltreconfine.

Anzitutto è piuttosto ironico, ma significativo che colei che è stata accusata di corruzione nello scandalo Samsung, sia stata messa in mezzo da… un tablet. (Lo diceva la giudice della Corte Suprema Usa, Sonia Sotomayor, che “i computer oggi sono un problema”!). Un tablet della sua amica e confidente, Choi Soon-sil, ricolmo di documenti riservati, che misteriosamente finisce nelle mani di una tv, forse “rubato da una stanza”. Da questo si evince che “la Park si faceva scrivere i discorsi, che contenevano importanti decisioni politiche, da lei, una donna che non aveva nemmeno un ruolo ufficiale…”

Chi è la Choi? Si definisce una sciamana, cioè la “guaritrice-saggia” delle tradizioni animiste diffuse quasi ovunque nel mondo, una figura magico-religiosa, di fatto un’imprenditrice che costruisce asili nido e ha scritto un libro sull’educazione infantile. Conosce la Park dalla scuola, dagli anni ’70. Soprattutto, è la figlia del più grande e controverso sciamano della Corea del Sud, Choi Tae-min, fondatore di un gruppo religioso, a cavallo tra Cristianesimo e Buddismo, chiamato Yongsae-gyo (Chiesa della Vita Eterna). Si descriveva come il Buddha Futuro.

sciamanismo in Corea
Una sciamana coreana (da www.lessonpaths.com)

Lo sciamanismo, quello vero, è la religione più antica in Corea (questo aspetto la riunisce), “molto prima che arrivasse il Buddismo. È caratterizzato da un milione di dei, spiriti e fantasmi, ognuno dei quali può influenzare la sorte degli umani. La maggior parte degli sciamani sono donne” che fanno pratiche positive, come curare le malattie, esorcizzare il maligno, accompagnare e comunicare con i morti” (Wikipedia). Di solito si diventa sciamane senza volerlo: le doti di contatto con gli spiriti vengono fuori naturalmente, per eredità (come nel caso della Choi) o attraverso una cerimonia. Lo sciamanismo viene dall’animismo, dalle classi povere. E per questo viene apertamente osteggiato dal governo. Non quando lo sciamano è in casa propria e ha intenti ben diversi dalla cura spirituale…

La storia inizia già tanto tempo fa. Nel 1961 il generale Park Chung-hee, il padre della ex presidente, una delle figure più controverse del Paese, attuò un colpo di stato, governando la Corea del Sud, in modo autoritario e repressivo, fino al 1979. Durante questi anni la trasformò nella potenza economica che è oggi (e fu anche rieletto 4 volte). Quando infine venne assassinato da un amico (strane amicizie che ritornano) che era a capo dei servizi di sicurezza.

Cinque anni prima ci fu un altro tentativo di assassinio, ma a morire, sul palco, fu sua moglie e altre persone, durante la cerimonia del 29° anniversario della fine del dominio coloniale. L’attentatore era un coreano nato in Giappone, simpatizzante della Corea del Nord.

La Park e la Choi amiche
Choi Soon-sil (a sinistra) divenne amica di Park Geun-hye (a destra) subito dopo la morte della madre di quest’ultima, uccisa durante il primo tentativo di assassinio del padre, il presidente Park, nel 1974 (da www.cctvnews.cn)

A quella cerimonia era presente anche la Park. Aveva 22 anni ed era da poco laureata in ingegneria elettronica. “Decidono di proteggerla e per 20 anni scompare. Per questo quando è tornata sulla scena politica nel 1998, diventa da subito la promessa democratica, che ha visto un suffragio nei suoi confronti”. Veniva descritta come una atea, dedita al lavoro, e nel tempo aveva mostrato rimorso  per la subordinazione dei diritti umani allo sviluppo economico, così come aveva imposto suo padre. La sua campagna elettorale era incentrata su “economia creativa”, “lavoro e benessere”, “arricchimento culturale”, “società sicura e unita” e “pace sostenibile”.

Cos’è successo in quei 20 anni? Lo sciamano si prese l’affidamento della ragazza, facendole da tutore, dall’assassinio della madre fino alla sua morte, avvenuta nel 1994.  E questo, nonostante la Park fosse stata automaticamente considerata First lady della Corea, in quanto primogenita. Come lo sciamano divenne per lei un secondo padre, la figlia di lui divenne automaticamente sua amica.

Secondo l’intelligence coreana, lui si sarebbe inizialmente avvicinato alla Park dicendole che sua madre gli era apparsa in sogno, chiedendogli di aiutare la figlia. Choi era già stato collaboratore del padre Park e Kim Jae-gyu, il capo della sicurezza che lo aveva assassinato, in tribunale disse che uno dei motivi che l’avevano spinto a farlo, era stato proprio quello che lui stesso definì “il fallimento del presidente”: il non essere stato in grado di fermare le attività corrotte di Choi Tae-min e di tenerlo lontano dalla figlia. Invece anche la Park fu, evidentemente, circuita dalle pressioni psicologiche dei Choi, si può dire una vittima, più che carnefice. Per lei lo sciamano è sempre stato “un patriota, sono grata per i suoi consigli e il suo conforto durante tempi difficili”.

Choi soon sil col Samsung
La “sciamana” Choi Soon-sil col suo Samsung

Addirittura, nel 2007, in un messaggio diplomatico reso pubblico da WikiLeaks, l’ambasciata statunitense a Seoul riferisce di voci circa il signor Choi, come un Rasputin coreano, che ebbe il pieno controllo del corpo e dell’anima della Park, durante i suoi anni formativi, e solo grazie a questo i suoi figli”, compresa la Choi, “hanno accumulato enormi ricchezze”.

Così, dalle grandi promesse, “tutto è finito con grandi proteste e il disvelamento”: questioni politiche che non tornavano, unite ad altri scandali (anche sessuali), fino a che la gente si è chiesta: “chi è che prende veramente le decisioni?” (la Park teneva conferenze stampa solo con domande inviate in precedenza). A un certo punto la gente inizia a notare tutto, “compreso l’abbigliamento della Choi, non certo da sciamana, e poco dopo saltano fuori le tangenti con la Samsung. Veramente è come se tutto il popolo coreano, all’improvviso, si fosse risvegliato da una trance…”. Tutti erano stati abbindolati dal peso spirituale di finti sciamani!

Il risveglio è successo nel 2014, quando affondò il traghetto Sewol e morirono 305 ragazzi di fronte alle coste della Corea. Ci fu un blackout della società e nel caos, per 7 ore, non si sapeva dove fosse la Presidente. In seguito venne fuori che probabilmente era proprio a una commemorazione del suo secondo “padre sciamano”. A quel punto i coreani si sono sentiti veramente traditi e qualcosa è cambiato. Il traghetto fu recuperato proprio nei giorni in cui lei è stata incarcerata.

Alla fine di tutta questa storia, ciò che consola è che ci sono scuse, pentimenti, ammissioni di colpe (da noi inimmaginabili). La Choi, il 31 ottobre dello scorso anno, di fronte ai giornalisti ha detto: “Per favore perdonatemi. Mi dispiace. Ho commesso un peccato che merita la morte”.

Ecco la potenza del fantasma di fumo, in grado di accecare non solo una donna al governo che aveva degli ideali, ma anche un intero popolo nei suoi confronti e di chi la circondava. Ci si augura che adesso, col pacifista Moon che vuole andare nella nordica Pyongyang, ci sarà il vero cambiamento che i coreani aspettano da molto tempo.

Leggi anche… Tutte le altre storie sul “fantasma di fumo”

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