Joan Mulholland è un nome che può non dire molto alla maggioranza, ma è anche e soprattutto per gente come lei che le lotte per i diritti civili hanno avuto successo. Prima di tutto, perché è una bianca originaria degli stati del sud, fattore che ha attirato le attenzioni delle forze dell’ordine e del Kkk. Ma minacce, aggressioni, perizie psichiatriche e il carcere non sono riusciti a fermarla…
The sea, the book and internet
The Swedish writer Bjorn Larsson can’t believe. Why any journalist, since he published his first book The true story of the pirate Long John Silver, always asks him the same question: “How and how much does the sea inspire your writing?” This stubborn curiosity, which annoyed him at first, like all those questions to which it’s […]
La paura che limita la libertà: la donna strega
La strega è donna. Siamo a Triora, in Liguria, a fine ‘500. Qui si svolse uno dei primi casi montati di stregoneria, che incarcerò, torturò e uccise decine di donne innocenti. Una carestia avvenuta per motivi commerciali trovò nella “paura che uccide la libertà” la leva per il capro espiatorio perfetto. La stessa paura che oggi chiede più sicurezza e più controllo…
Internet non è Che Guevara. Ma neanche Charles Manson
Internet: invenzione epocale, veicolo di libertà, capace di diffondere idee e notizie istantaneamente in tutto il mondo, magari in grado di rovesciare governi corrotti senza nemmeno l’arma del digiuno come Gandhi. Oppure ricettacolo d’odio, di notizie false, di mistificazione, bazar di illegalità di ogni tipo?
Atheism in religious wars
Atheism, in religious wars, is even more despised than the rival cult. In the eyes of extremists, any rival would be better, as at least he believs in something. The “wrong” god, sure, but with a moral. Preconcepts are at their lowest rate in scandinavian countries, where atheism is more scattered. Because knowledge is always the best antidote. Not having a religious ethic doesn’t mean not having an ethic at all, Humanism should have thaught a little something…
Tibet: la Cina e il demone contro il Dalai Lama
La storia del demone tibetano Dorje Shugden, (raccontata dall’editor di Informant Antonio Talia durante un live show Oltreconfine), è esemplificativa del “fantasma di fumo quando diventa leva politica”, un po’ come nel caso della ex presidente della Corea del Sud Park Geun-Hye. Parliamo di un’”entità divina guerriera” adorata dai “pacifici” buddisti (almeno secondo stereotipo). Dopo aver seguito il suo culto per lungo tempo il Dalai Lama l’ha scomunicato creando vaste proteste tra i fedeli, una (altra) scissione interna alla religione e uno scontro politico con la Cina…
Le convenzioni e l’impossibilità di combatterle (tutte)
Le convenzioni permeano ogni aspetto della collettività, per definizione. Per quanto ci si possa vantare di essere alternativi, anticonformisti e anticonvenzionali, questo sarà possibile sono in minima parte. Altrimenti dovremmo mettere in questione ogni cosa, a partire dal linguaggio e dal calendario. Allora meglio avere la consapevolezza che si potranno ottenere solo piccole ma magari significanti vittorie e concentrarsi su cambiamenti lenti ma inesorabili. Perché “senza ordine non può esistere nulla, senza caos nulla può evolvere”…
Maam, art from outer space to Roma
Nihil difficile volenti, “nothing is difficult for those who desire it” The Latin motto becomes a warning here. A long reportage on one of the most unique museums in the world, Maam – Museum of the Other and the Elsewhere of Metropoliz in Roma, and its residents…
Corea del Sud: la Park, la Samsung e la sciamana
Proprio ieri la Corea del Sud è tornata a votare dopo una delle vicende più strane che l’hanno interessata: quella che riguarda Park Geun-hye, riuscita a diventare, in una volta sola, la prima donna presidente, finita in un impeachment, e poi in carcere… nella storia del Paese. E per colpa di due sciamani…
Satira: una spada, uno scudo, una medicina
“Sono sicuro di offendere, ma non chiedo scusa. Un comico deve portare in posti sconosciuti, altrimenti potreste andarci da soli. C’è tanta comicità blanda, senza rilevanza. Non ci sono argomenti tabù, dipende dalla battuta. Prendiamo l’humour nero, tutto sta nella consapevolezza che chi racconta e chi ascolta non siano così. Usiamo la comicità come una spada, uno scudo e una medicina”. Ricky Gervais