Non si può parlare di chicche (gastronomiche) a Roma, e non iniziare dallo “zozzone”.
Lo zozzone è uno e mille furgoni-paninoteca dislocati per mezza Roma che vendono panini alle ore più improbabili. Usuale sosta notturna conosciuta da ogni romano che si rispetti, e spontaneo punto d’osservazione faunistico degli esemplari più disparati – dal truzzo al pariolino -, sullo zozzone se ne dicono tante e ognuno è schierato per il suo favorito.
Anzitutto lo zozzone esiste da sempre, ma negli ultimi 20 anni si è moltiplicato, per questo è considerato più una vera e propria “identità romana notturna” che un locale specifico con il proprio indirizzo. In realtà ne esiste uno, unico ed originale, in seguito al quale sono spuntati tutti gli altri fino a che, oggi, “zozzone” identifica praticamente qualsiasi furgone o locale notturno procacciatore di cibo, come “kebabbari”, “trattoriacce” o qualsivoglia paninari. Il primo zozzone di Roma appartiene al rione Parione, nel cuore della città. Lo chiamavano “lo zozzo” e stava a Via del Governo Vecchio. Ora pare si sia spostato in una parallela, Via della Pace, dove è il nipote a continuare l’attività, ma gli avventori ci tengono a sottolineare che non è più “lo zozzone de ‘na vorta”, quello che con 3.000 lire mangiavi in tre e l’acqua era gratis.
Sull’origine del nome tante illazioni: chi sostiene che il nome derivi dal fatto che il primo zozzone in origine era un “benzinaro”, che con le mani ancora unte di olio ti preparava i panini, chi perchè nel panino, dove la carne è sempre cucinata rigorosamente in una piastra bella unta, ci puoi mettere qualsiasi “zozzeria”. Ognuno con la sua preferita: tacchino con sottiletta, funghi scolati e un pizzico di tabasco, oppure salsiccia con sottiletta, peperoni e senape, oppure salciccia, maionese, tabasco, funghi e melanzane, e così via senza limiti. Il panino alla fine risulta sempre estremamente “colante”. Non a caso la posizione da vero consumatore di zozzoni è in piedi “ad angolo ottuso”, cioè un po’ più su dei 90 gradi con gamba leggermente divaricata, gomito all’insù, mascella mostruosamente spalancata. E’ sempre un bello spettacolo.
In ogni caso c’è da dire che pulizia, servizio e qualità, dagli zozzoni non sono certamente al primo posto. Sta di fatto che perché sia veramente apprezzato dal romano il migliore zozzone è proprio “quello più zozzo” e a questo punto iniziano le diatribe.
Troppi zozzoni per poterli elencare tutti, ma sicuramente la grande competizione è tra “quello di Porta Maggiore” e “Giorgione” a Ponte Flaminio. Qual è il migliore? Difficile dirlo… Porta Maggiore è il più conosciuto, ma Giorgione forse vince, non foss’altro perché si è aggiudicato i migliori commenti.
Secondo una romanTICa recensione dal blog “Zozzoni si frequenta” Giorgione è meglio perché: “quello di Porta Maggiore la sera si trova la camionetta pronta, e deve solo approvvigionarla dal discount di sotto casa. Giorgione, come una lumacona del trash-food, il suo locale se lo porta lì da sé, ciascuna notte”. Dunque, come “trilussianamente” esorta un romano doc, tale “Er Ciriola”, in un post di commento: “Ma che ve inventate? Giorgio lo zozzo a tutti l’artri je porta solo che la borza. Andateve a vede la danza “mahori” der cingalese: manco le sorche de un kilo che sortono fora dar Tevere je la fanno a regge lo zozzume!!”
E buon appetito!