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La nascita dell’arte? Per mano delle donne

Le pitture rupestri delle preistoriche grotte di Francia, Spagna, Indonesia, etc, databili dai 12 mila ai 40 mila anni fa, sono state realizzate per i 3/4 da donne. Prima del 2006 era scontato fossero opera di uomini, adulti o adolescenti. Il genere femminile non era preso in considerazione. Suscita più stupore questo, o la scoperta che, non solo le donne dipingevano, ma lo facevano in misura maggiore rispetto ai compagni di specie?

Se fai arte ti cancello. C’è proprio una tendenza alla dimenticanza quando si parla di artiste. Una rimozione dei posteri che ricorda la riflessione di Hegel “la storia è la versione dei fatti di chi detiene il potere” e a quanto pare gli uomini tendono a cancellare le tracce delle donne nell’arte. Rivalità scorretta? Per fortuna le impronte parlano chiaro. E sono tante, tutte le pitture preistoriche rinvenute riportano numerosissime impronte di mani realizzate con la tecnica dello stencil, nella Grotta di Gargas dei Pirenei se ne contano 150.

Uno studio dimenticato e “rifatto”. La scoperta è stata realizzata nel 2006 ad opera dell’etno-antropologo Jean-Michel Chazine, del Cnrs francese, analizzando le grotte di Gua Masri II, nel Borneo orientale, in Indonesia. Nel 2013 viene ‘rifatta’ dall’archeologo Dean Snow della Pennsylvania State University. Snow non cita il predecessore ma fornisce maggiori dettagli e valori numerici. Studiando otto siti diversi in Francia e Spagna, dimostra che il 75% delle pitture rupestri sono realizzate per mano femminile.

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These hand stencils found in the El Castillo cave in Cantabria, Spain, were probably made by a man (left) and a woman (right), respectively. PHOTOGRAPHS BY ROBERTO ONTANON PEREDO, COURTESY DEAN SNOW

Impronte di mani tra bisonti e mammut. Sono le mani a rivelare la maternità delle raffigurazioni preistoriche.
Entrambi gli studiosi hanno utilizzato l’indice che il biologo John T. Manning ha messo a punto nel 2002. Attraverso un’indagine su persone di diverse etnie, Manning ha dimostrato che gli uomini hanno l’anulare leggermente più lungo dell’indice, circa il 4%, mentre nella mano della donna le due dita hanno pressoché la stessa lunghezza. Dean Snow ha isolato un campione di 32 calchi, applicato un algoritmo e rilevato che di questi 24 sono calchi di mani femminili, il 75%. Inoltre “ventimila anni fa gli uomini erano uomini e le donne erano donne” ha sottolineato Snow. Perdoniamo l’infelice formula usata per spiegare che un tempo le differenze fisiche tra i sessi erano più marcate. Indubbio che la nostra specie tende oggi all’androginia.

“Sono state dette molte cose sbagliate su chi li abbia fatti e perché”, ha affermato l’archeologo statunitense. Gli uomini erano, sì, dediti alla caccia ma ciò non significa che avessero l’esclusiva nel disegnare animali. C’è chi però, come il biologo evoluzionista R. Dale Guthie, continua ad affermare che le mani non siano femminili ma di adolescenti curiosi e avventurosi poiché le grotte erano considerate pericolose dagli adulti. Che le grotte  nella preistoria fossero considerate pericolose è una strana affermazione. La scienza interviene anche qui, attraverso Camille Lamotte del Cnrs: “nei primi mesi della vita fetale alcuni ormoni influenzano lo sviluppo delle mani. Gli estrogeni per la crescita dell’indice e il testosterone per quella dell’anulare. Tale scarto medio tra uomini e donne si verificherebbe costantemente”.

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Grotta del Pech Merle foto: http://archaeology-travel.com/

Donne sciamane, donne artiste. “Erano le donne che sistemavano le carni. Conoscevano la caccia tanto quanto gli uomini,” spiega Snow. Magari erano testimoni visive che ne immortalavano il ricordo.  E’ la funzione delle raffigurazioni che anima da sempre il dibattito scientifico. Il filone maggiormente seguito è quello che fa di questi dipinti un atto rituale. L’atto del dipingere, per l’autorevole Jean Clottes, era un atto magico: la mano e la pietra ricoperte dello stesso pigmento, facevano corpo unico. Poi, quando la persona toglieva la mano dalla parete, sembrava passare dall’altra parte della roccia, per entrare nel mondo degli spiriti. “Il nuovo studio non esclude la teoria degli sciamani” spiega Dave Whitley di ASM Affiliates,”perché in alcune società di cacciatori-raccoglitori spesso gli sciamani erano donne o addirittura transessuali”.

Impossibile trovare un’interpretazione unica per raffigurazioni di un arco temporale di quasi trentamila anni. Ma una cosa è certa, le donne c’erano e non erano passive spettatrici.

M.D. B.
(21 Dicembre 2015)

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