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Ci vogliono rubare il Natale!

Geoffrey Moffett - Grinch (da Unsplash)

Sicuramente Marco Parma, preside dell’istituto Garofani di Rozzano, non immaginava che sarebbe salito alla ribalta delle cronache, né il piccolo centro dell’area metropolitana di Milano poteva pensare a tanta visibilità. Succede, quando si creano notizie ad arte, partendo da fatti che somigliano solo vagamente a quanto riportano alla fine i media. Che hanno dipinto Parma come il Grinch, pronto a rubare il Natale ai poveri bambini annullando il concerto e sbarazzandosi dei crocefissi, in nome del multiculturalismo. Un mostro verde che calpesta le tradizioni. Peccato che quando arrivino le smentite (a voce molto bassa), l’effetto domino è partito e chi ha emesso la condanna non ascolta più nessuno, per non dover fare passi indietro.

Cercando “Rozzano bufala” su google notizie, appaiono solo pochi articoli che vogliono ristabilire la verità, redatti da giornali quasi sconosciuti, almeno ai più: Blitz Quotidiano, Babylonpost, Next, Italintermedia. La stampa mainstream punta solo il dito sulle strumentalizzazioni politiche, ma non fa mea culpa. In fondo le strumentalizzazioni sono parte di quell’effetto domino nato proprio dal risalto mediatico, dalla fretta di cercare notizie scandalo tagliando i tempi dedicati a verifiche e approfondimenti. 

Resta solo la sua lettera in cui spiega di aver vietato lezioni di canti religiosi durante la ricreazione, proposte da un paio di madri di alunni dell’istituto. E che al contrario le consuete celebrazioni natalizie sono sempre state al sicuro. Sarà giusto l’allarmismo, avrà ragione Parma? Ormai non conta, Parma non è più il preside e non potrà smentire coi fatti le illazioni. Comunque le sue precisazioni che non hanno impedito manifestazioni di sdegno, cui hanno partecipato quei baluardi dell’Europa cristiana come Matteo Salvini, Ignazio La Russa e Mariastella Gelmini, che si intende di scuola visto il passato da ministro dell’Istruzione. Così mentre la Gelmini intona Tu scendi dalle stelle, Salvini con il giubbotto più sponsorizzato delle tute di uno sportivo cerca di rubare la capanna del presepe portata da La Russa, che giustamente la reclama indietro.

Matteo Salvini a Rozzano con il presepe (di Ignazio La Russa)
Matteo Salvini a Rozzano con il presepe (di Ignazio La Russa)

A sorpresa ci casca anche Beppe Grillo, che del suo fiuto da smascheratore di notizie false e propaganda ha fatto un vanto. Sul suo blog si schiera a difesa del concerto di Natale – mai cancellato – e scarica un quasi alleato: Marco Parma si era infatti candidato a sindaco di Rozzano con una lista civica vicina al Movimento 5 Stelle. “Cancellare le feste e impedire ai bambini di intonare i canti natalizi equivale a cancellare un pezzo della nostra cultura e della nostra tradizione, ed è inaccettabile. Buon Natale Rozzano!”, si legge sul blog del leader pentastellato.

A voler essere maligni il tempismo della non-notizia è perfetto, a metà fra gli attentati di Parigi e il Natale. “I terroristi vogliono minare il nostro stile di vita occidentale”, urlano in molti, da qui il ciclico richiamo alla guerra di civiltà, già giocato da Bush figlio ed entourage dopo l’11 settembre. Così personaggi improbabili come il caritatevole Salvini si stringono attorno a principi che non hanno mai seguito, anzi. Perché fa gioco, porta acqua a un mulino di intolleranza ed islamofobia – tanto l’attacco indiretto anche dopo Rozzano è ai musulmani, più che agli atei o ad altre confessioni – sfruttando la delicatezza del momento storico. Ma non siamo maligni.

La vicenda richiama vagamente un’altra mezza bufala del dodicenne senegalese che a Terni avrebbe picchiato una compagna di classe intimandole di togliere il crocefisso sulla catenina. Secondo ricostruzioni più accurate si trattava di normali baruffe tra ragazzini, il crocefisso e l’islamizzazione non c’entravano nulla.

Erroneamente si è data ad internet una funzione salvifica rispetto all’informazione via tv, manipolata dai poteri forti. Vero, internet dà voce a tutti ed è stata una rivoluzione, ciò non vuol dire che le notizie non possano essere veicolate. Per un semplice motivo, è nella natura umana, dai sofisti in poi. La differenza è che il monopolio tipico dei mezzi tradizionali – anche se ormai internet è tradizionale o sta per diventarlo – nella rete è condiviso e frammentato. La tabella presa dal sito pensierocritico.eu è abbastanza chiarificatrice in questo.

La comunicazione dei media tradizionali, da pensierocritico.eu
La comunicazione dei media tradizionali, da pensierocritico.eu
Informazione via internet, tramite pensierocritico.eu
Informazione via internet, tramite pensierocritico.eu

Internet è orizzontale rispetto a radio e tv, calate dall’alto sulla massa, dove la direzione del messaggio è univoca. Il web dà l’illusione di una scelta, che in realtà si basa sulla cronostoria delle nostre navigazioni. Se emerge un contenuto su un altro non è casualità o solo bravura nel Seo (ottimizzazione dei motori di ricerca), intervengono anche algoritmi che, partendo dall’esperienza, “ispirano” le scelte future dell’utente, anticipando ciò che nemmeno noi sappiamo di volere. Lo schema è più circolare, non per questo meno temibile. La terminologia infatti è la stessa di sempre: credibilità, menzogna, manipolazione, critica.

lincoln

Come diceva Abraham Lincoln, “non credere a tutto quello che leggi su internet solo perché ci sono una foto e un virgolettato”


2 thoughts on “Ci vogliono rubare il Natale!

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