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Da Dylan Dog a Morgan Lost, i media e il narcisismo del male

Il primo serial-killer è sempre il vostro favorito: Wallendream! Ha ucciso 21 persone, la sua firma inequivocabile: una rosa nera infilata in gola alle sue vittime. La taglia su di lui è di 13mila eurodollari”, dice la conduttrice delle Sexy News.

Sei bellissimo Wallendream! …vieni a uccidere anche meee!”, grida una ragazza dal pubblico.

Il bollettino dei serial-killer trasforma i criminali in vere e proprie star”, commenta la direttrice del carcere di Shablands a New Heliopolis, “e la maggior parte dei nostri ospiti riceve una fitta corrispondenza…

È tornato in edicola un nuovo eroe dei fumetti, la versione 2015 di Dylan Dog, l’amato indagatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi, che ha accompagnato le letture di tanti adolescenti degli anni ’90. Dopo un lungo silenzio che durava da sette anni, Sergio Bonelli Editore ci riprova, cercando di ammaliare nuove generazioni di lettori.

La prima pagina de L'uomo dell'ultima notte: New Heliopolis e le Sexy News
La prima pagina de L’uomo dell’ultima notte: New Heliopolis e le Sexy News

Eravamo già abituati all’eroe solitario, misterioso e belloccio, ma con Morgan Lost è come se Dylan fosse passato attraverso lo specchio di Alice. Claudio Chiaverotti, storico collaboratore della Bonelli, autore di più di 50 albi di Dylan Dog, da un passato abbastanza vicino ci fa balzare direttamente in un presente futuristico di un’imprecisata metropoli, gotica e decadente come la vecchia Londra di Dylan, ma completamente inventata.

New Heliopolis, a dispetto del nome una città in cui è quasi sempre notte e nevica, è caratterizzata da “Gargoyle in stile antico Egitto” che portano una maledizione, “come in un film noir (o forse rouge?) proiettato in loop”. Una specie di dimensione parallela dove Albert Einstein è uno scrittore di fantascienza, la burocrazia ha preso il potere, le condizioni climatiche hanno ridotto luce e calore e Hitler è stato ucciso da Marlene Dietrich prima della Guerra.

Ma dall’horror paranormale di Dylan Dog, una condizione che in fondo risulta completamente irreale, si passa all’action-thriller visionario che trae dal cinema (di Carpenter, Tarantino, Demme, Argento…) e dalle più recenti serie tv (24, Breaking Bad…) tutta la sua forza visiva, facendoci approdare a qualcosa di spaventosamente verosimile. Guidati da un protagonista (che ricorda un po’ Dylan, un po’ Dexter, il killer “buono”, e seriale, dei serial-killer) e dalla violenza che si dispiega al massimo dell’immaginazione, non più alleggerita da personaggi alla Groucho, il fido collaboratore di Dylan dalle battute improbabili, o Bloch l’amico e commissario di Scotland Yard.

L’atmosfera straniante è esaltata da una grafica mezza pittorica e mezza cinematografica, scale di grigi dai dettagli rossi, che ricorda i fiamminghi o quel piccolo cappotto in Schindler’s list. Dal bianco e nero di Dylan si passa infatti alla tricromia (nero/bianco/rosso) che intende rendere tangibile il daltonismo di Morgan (come fosse il nostro, come fossimo noi ad agire), che è anche una delle poche cose che sappiamo di questo personaggio che soffre d’insonnia e sembra molto tormentato e, insieme, fragile e spietato.

Morgan Lost e lo sguardo di Seth
Morgan Lost e lo sguardo di Seth

L’uomo dell’ultima notte è la prima parte della prima storia (Fine primo tempo scrivono in fondo all’ultima pagina), con i bellissimi disegni di Michele Rubini. “Ciao, bad boys sono la vostra Lindy Kiss, che vi offre il programma più seguito della nostra emittente: il notiziario dei serial-killer!” Inizia tutto così: di fronte a uno schermo gigante da veglia di Capodanno, proiettato sulle strade di questa città alienante. Ma la conduttrice delle Sexy News non snocciola il countdown, piuttosto elenca ed esalta le caratteristiche di certi criminali, sembra ammirare i loro personaggi costruiti, circondando quindi di fascino la loro violenza.

In città i serial killer sono all’ordine del giorno, ma la storia non guarda tanto al terrore che generano, preferisce concentrarsi sull’esaltazione che questi procurano prima di tutto ai media e poi a gruppi di moderni “cacciatori di taglie”, con vera “licenza di uccidere”, che lavorano nel buio come i loro nemici, per salvare la città, o più probabilmente per soddisfare propri istinti. Come portando allo stremo quello che i media fanno già oggi: l’ossessione e il voyeurismo del male. E l’esempio che si condivide e si perpetua, cercando di fare sempre “meglio”. Lo stesso Morgan, un semplice e tranquillo proprietario di cinema d’essai, diventa killer per vendetta, lui stesso vittima, insieme alla sua fidanzata Lisbeth, di due esaltati del male, folli e perversi. Indossa quella che sembra una maschera nera, da vero supereroe oscuro, ma è un tatuaggio permanente, lo sguardo di Seth, il nume egizio della violenza, procurato da quegli stessi torturatori che hanno ucciso la sua donna, proprio davanti ai suoi occhi, come a dire che il male genera solo altro male, al massimo con un intento moralmente più giustificabile.

Morgan Lost, la copertina del "secondo tempo" della prima storia
Morgan Lost, la copertina del “secondo tempo” della prima storia

Non più stagioni, ma una serie mensile sulla lunga distanza che ci porta dentro gli stereotipi del male, spesso spiazzandoci, già persi in un mondo in cui il male è sempre più confuso col resto ed è sempre più difficile avere l’abilità di non farsi coinvolgere. Dove la stampa che pubblica “pezzi celebrativi del male” raggiunge il livello di “spazzatura allo stato puro”, mostrando per esempio “la nostra classifica delle preferenze degli assassini!” Una convivenza umana fatta sempre più di “luoghi in cui la gente s’incrocia senza neanche guardarsi” dove è quindi facile diventare vittime. Un mondo talmente svuotato di bellezza in cui la morte è addirittura in grado di infondere “calore della vita”. Una realtà dove il dolore di qualcuno può trasformarsi nella fascinazione e nella moda di un altro. Il narcisismo del male. L’avvertimento di Brecht, Non vi fate sedurre da schiavitù e da piaghe, che cosa vi può ancora spaventare?

Insomma una nuova opera del tutto riuscita, frutto di chi ha capito che non è più tempo di problemi “futili”, come l’ex alcolismo di Dylan Dog, di ironia o smancerie, (vedi Dylan e la sua nomina di grande tombeur de femmes), non è più tempo perfino per certi mostri, zombie e vampiri. In tempi incerti come oggi rimane solo lo sgomento di fronte a una violenza dilagante e spesso senza ragioni. Non ha più senso inventarli, i mostri sono reali. E i media non fanno altro che alimentare questo horror quotidiano.

Signore… ma quella è la “maschera di sangue”! Chi gliel’ha tatuata? …la voglio anch’io!

Claudio Chiaverotti è in questi giorni in tour in varie città italiane per presentare il suo nuovo personaggio. Il 29 novembre 2015 sarà a Savona, il 5 dicembre a Bologna, il 12 e 13 dicembre a Torino… per consultare tutte le date www.sergiobonelli.it

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