Cinzia Leone è una grande. È il piacere di vedere una donna “vera” su palchi che ne ospitano sempre meno. Una persona, cioè, che rifiuta l’orpello e va dritto al punto, da sempre abituata a guardarsi intorno, costruendo i suoi spettacoli in base a ciò che osserva, i cambiamenti che ci travolgono, “da bravi italiani”.
Giocando su un più famoso treno, con Disorient Express, in tour per il Lazio, Cinzia ci racconta a teatro “un treno di vita disorientato, la confusione generata da una forma di democrazia virtuale e virale alla quale non eravamo preparati: oggi sono tantissime le opportunità di espressione offerte dalla tecnologia. 7 miliardi di persone, improvvisamente, parlano, esprimono opinioni e aggiungono informazioni. Il risultato è un agglomerato di contraddizioni che finisce per disorientarci”.
“E come può non essere disorientata un’umanità travolta ogni minuto da un cambiamento? Come possiamo accontentarci anche solo di un lavoro qualunque, in un momento in cui, qualunque sia il lavoro non te pagano e il massimo che puoi farci è mettertelo nel… curriculum?”
“Mi hanno assicurato che dopo un breve periodo di prova di 3 anni, me faranno un regolare contratto de lavoro. Potrò sceglie tra fare l’ostage – praticamente loro me prendono a lavorà in ostage per 3 mesi e poi me rimandano a casa senza stipendio perché quello giustamente se lo tengono come riscatto; oppure il contratto a Termini, nel senso che questi t’accompagnano proprio alla Stazione nella speranza che te ne vai in esilio proprio”.
Ma soprattutto “come possiamo essere sicuri di noi stessi e della realtà che ci circonda se a ogni notizia sentita in televisione possiamo trovare contemporaneamente la smentita su Internet?”
Disorient Express è infatti anche il TG ideato da Cinzia, in grado di fare dichiarazioni e smentirsi, comodamente, da solo. Davvero come se i giornalisti non servissero più a niente. A molti sarà capitato di osservare tante notizie in cui sembra essere vero tutto e il contrario di tutto. Da ciò che fa bene e poi male fino a ciò che è veramente successo nelle cronache, le “teorie del complotto”, le opinioni, ma anche ricerche e numeri di tutti i tipi, spesso discordanti e disparati. Dov’è finita l’oggettività dei fatti?
Quindi la tecnologia confonde invece di semplificare? “No, non è questo”, dice Cinzia in un’intervista per Leggo, “internet è stato il primo mezzo di comunicazione a dimostrare che la realtà non è semplice, piuttosto è complicata, e lo diventa ancora di più quando così tante persone hanno l’opportunità di esprimere il proprio pensiero”.
Anche perché, se i social da una parte ci offrono l’espressione, dall’altra sono carenti a livello di intimità della comunicazione: “perché abbiamo scomodato una parola come condivisione? Mi pare un po’ eccessivo. Io su facebook ho condiviso il mutuo, ma poi la rata me la sono pagata io”.
Insomma in tutti questi cambiamenti, dalla Tv delle Ragazze degli anni ’80 a oggi, tutto e niente sembra cambiato in Cinzia. Lei è sempre lì, una delle poche, e più forte che mai (sopravvissuta e riabilitata da un intervento che all’80% l’avrebbe uccisa…) con la sua satira che riesce a essere insieme facile e quasi filosofica, un obiettivo che può raggiungere solo chi è in grado di vedere i piccoli e grandi movimenti del mondo.