Weiss. Non è solo il nome di un tipo di birra prodotta in Germania, ma anche un cognome. Nella fattispecie di un rabbino americano, Yisroel Dovid Weiss, lontane radici ungheresi, leader del gruppo ebraico di minoranza Neturei Karta (in aramaico “guardiani della città)… antisionista. In realtà sionismo e semitismo non dovrebbero avere nulla o quasi a che fare, visto che il primo è relativo allo Stato di Israele ed il secondo al solo aspetto religioso e quindi non politico. Ma un rabbino che addirittura arriva a rinnegare la Nazione risorta sulle ceneri della Terra Promessa non è cosa di tutti i giorni, se consideriamo che anche un progressista sostanzialmente ateo come Woody Allen mantiene posizioni equidistanti in un conflitto Palestinese vicino ai settant’anni di vita (e morte).
“I rabbini autentici si sono sempre opposti al sionismo e allo Stato di Israele”, scriveva Weiss su un cartello in una manifestazione a Washington del 2005, perché in totale opposizione ai comandamenti di Dio, anche se la Nazione sorgesse in una landa “desolata e disabitata”. Parole pronunciate nel 2006 alla Conferenza Internazionale per la Revisione della Visione Globale dell’Olocausto, svoltasi neanche a dirlo a Teheran.
Un po’ come se un procuratore antimafia partecipasse ad un convegno sulla riabilitazione dell’organizzazione criminale a Corleone. Qualche critica – eufemismo – ci starebbe pure. Ma anche qui Weiss cade in piedi: il Neturei Karta non è stato presente in funzione negazionista ma solo per rimarcare le differenze tra ebraismo e sionismo – anzi lui stesso ha avuto parenti uccisi dai nazisti in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale – sottolineando come l’allora presidente Ahmadinejad non sia un nemico degli ebrei ma “un uomo timorato di Dio che rispetta gli ebrei e in Iran garantisce loro protezione”. Non per mettere in dubbio le sue parole, ma ricorda il “nostro” senatore Razzi che spende parole dolci per il tanto paffuto quanto crudele dittatore nordcoreano Kim.
Altre affermazioni suonano invece ragionevoli, ciascuno libero di dissentire o concordare, chiaro: sebbene Weiss non ritenga affatto che il bilancio di vittime sia stato gonfiato, considera come questo sia servito per “guadagnare simpatie e avere vantaggi e benefici. Ci sono centinaia di migliaia di ebrei nel mondo che si identificano con la nostra opposizione al sionismo e non lo sentono come ebraico ma come un’agenda politica. Non vogliamo una ritirata fino ai confini del 1967 ma totale, così che il Paese torni ai Palestinesi”. Inutile dire come negli States – indiscutibilmente primo partner di Israele – Weiss non goda di particolari simpatie, non gli viene servito cibo kosher, figuriamoci mettere piede in sinagoga. Nemmeno fosse il personaggio di Alpha Dog Jake Mazursky, ebreo ma con una svastica tatuata. Quello sì che è un controsenso.
In fondo Weiss è uomo di pace, avrebbe auspicato la continuazione di una convivenza con arabi/musulmani in Palestina come avvenuto per secoli, resa impossibile proprio dall’occupazione sionista, autrice di crimini, saccheggi, omicidi in violazione della Torah. In segno di protesta contro una delle tante offensive a Gaza, Weiss ha anche bruciato il suo passaporto israeliano davanti all’edificio dell’Onu a New York. Praticamente è pronto per frequentare i nostri centri sociali. Dove potrebbe brindare alla pace con birra weiss.