Al Fanfulla hanno presentato un concorso che promuove la realizzazione di prodotti culturali aventi a oggetto “stereotipi di migranti in città”. Quando dico questo, anzitutto tutti pensano che “allora il Fanfulla ce l’ha fatta!” Purtroppo no – non riescono a sostenere i costi – a fine mese i ragazzi consegneranno le chiavi. Allora senti davvero la perdita di un pezzo importante di cultura, musica, divertimento e aggregazione di Roma, un posto dove davvero “succedono le cose” perché fino alla fine non si tira indietro se si tratta di ospitare buone iniziative.
È qui che in una giornata piovosa, con le luci all’interno del Circolo già staccate, Anci (Cittalia) e Arci hanno presentato il concorso Cosa succede in città, come diceva Vasco, nato da una costola del Beams, il progetto europeo che mira ad abbattere gli stereotipi per la diversità e contro la discriminazione.
Sulla pagina interattiva www.coseincittà.it è spiegato tutto. I prodotti culturali vanno caricati sulla piattaforma entro un mese (11 ottobre 2014) e sono di quattro tipi: Fotoreportage, Videoreportage, Disegno/fumetto e Manifesto/slogan. Si coinvolgono inoltre due categorie d’età: dai 14 ai 25 e dai 26 ai 38 anni “perché alla fine ci siamo accorti che sono sempre i più grandi a voler partecipare”, commenta sorridendo Roberta dell’ufficio stampa. Si precisa che ci si rivolge “a tutti i cittadini e residenti sul territorio nazionale” che possono partecipare a proprio nome o a nome di “associazioni, ONG, scuole, comunità di stranieri, università ed enti pubblici locali”. Le opere vincitrici, sotto licenza Creative Commons, saranno diffuse attraverso le campagne del Beams, Cittalia, Unar e altri partner.
I partecipanti hanno la possibilità di promuovere i loro lavori sui social network utilizzando l’hashtag #storiedicittà. L’aspetto è importante visto che sono previsti dei premi per i lavori migliori – abbonamenti (Biennale di Venezia, Festival di Villa Ada) e viaggi nelle capitali europee – e a giudicare sarà sia il web che una giuria di professionisti delle arti. Tra questi Agostino Ferrente, uno dei due registi di Le cose belle, ora sugli schermi, documentario ironico e profondo che viaggia negli stereotipi di Napoli, seguendo le storie di due ragazze e due ragazzi, i sogni di quando erano piccoli, e a distanza di 12 anni, la realtà.
Buona fortuna!
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Il concorso s’inserisce all’interno delle attività italiane del progetto europeo “BEAMS – Abbattere gli atteggiamenti europei e gli stereotipi nei confronti dei migranti e delle minoranze“, finanziato dal Programma “Diritti fondamentali e cittadinanza” dell’Unione europea, ed intende proseguire il percorso di coinvolgimento e confronto con le comunità locali delle città italiane già avviato da Cittalia nei mesi scorsi attraverso la realizzazione di produzioni artistiche e culturali che diffondano e promuovano, a livello nazionale ed europeo, le tematiche dell’inclusione sociale e del contrasto agli stereotipi.