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Stereotipi di migranti in città, appunto

cosa succede in città
Dal manifesto del concorso, una delle illustrazioni di Antonio Pronostico

Al Fanfulla hanno presentato un concorso che promuove la realizzazione di prodotti culturali aventi a oggetto “stereotipi di migranti in città”. Quando dico questo, anzitutto tutti pensano che “allora il Fanfulla ce l’ha fatta!” Purtroppo no – non riescono a sostenere i costi – a fine mese i ragazzi consegneranno le chiavi. Allora senti davvero la perdita di un pezzo importante di cultura, musica, divertimento e aggregazione di Roma, un posto dove davvero “succedono le cose” perché fino alla fine non si tira indietro se si tratta di ospitare buone iniziative.

È qui che in una giornata piovosa, con le luci all’interno del Circolo già staccate, Anci (Cittalia) e Arci hanno presentato il concorso Cosa succede in città, come diceva Vasco, nato da una costola del Beams, il progetto europeo che mira ad abbattere gli stereotipi per la diversità e contro la discriminazione.

Sulla pagina interattiva www.coseincittà.it è spiegato tutto. I prodotti culturali vanno caricati sulla piattaforma entro un mese (11 ottobre 2014) e sono di quattro tipi: Fotoreportage, Videoreportage, Disegno/fumetto e Manifesto/slogan. Si coinvolgono inoltre due categorie d’età: dai 14 ai 25 e dai 26 ai 38 anni “perché alla fine ci siamo accorti che sono sempre i più grandi a voler partecipare”, commenta sorridendo Roberta dell’ufficio stampa. Si precisa che ci si rivolge “a tutti i cittadini e residenti sul territorio nazionale” che possono partecipare a proprio nome o a nome di “associazioni, ONG, scuole, comunità di stranieri, università ed enti pubblici locali”. Le opere vincitrici, sotto licenza Creative Commons, saranno diffuse attraverso le campagne del Beams, Cittalia, Unar e altri partner.

I partecipanti hanno la possibilità di promuovere i loro lavori sui social network utilizzando l’hashtag #storiedicittà. L’aspetto è importante visto che sono previsti dei premi per i lavori migliori – abbonamenti (Biennale di Venezia, Festival di Villa Ada) e viaggi nelle capitali europee – e a giudicare sarà sia il web che una giuria di professionisti delle arti. Tra questi Agostino Ferrente, uno dei due registi di Le cose belle, ora sugli schermi, documentario ironico e profondo che viaggia negli stereotipi di Napoli, seguendo le storie di due ragazze e due ragazzi, i sogni di quando erano piccoli, e a distanza di 12 anni, la realtà.

Buona fortuna!

Il concorso s’inserisce all’interno delle attività italiane del progetto europeo “BEAMS – Abbattere gli atteggiamenti europei e gli stereotipi nei confronti dei migranti e delle minoranze“, finanziato dal Programma “Diritti fondamentali e cittadinanza” dell’Unione europea, ed intende proseguire il percorso di coinvolgimento e confronto con le comunità locali delle città italiane già avviato da Cittalia nei mesi scorsi attraverso la realizzazione di produzioni artistiche e culturali che diffondano e promuovano, a livello nazionale ed europeo, le tematiche dell’inclusione sociale e del contrasto agli stereotipi.

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