Grande come una città è il municipio III di Roma, zona nord-est della capitale che va da Monte Sacro a Tor San Giovanni. Grande non tanto per il territorio, ma per la comunità di cittadini che è nata al suo interno con tutta l’intenzione di risvegliarlo tramite eventi e progetti sociali e culturali autogestiti. Come si faceva durante le occupazioni al liceo, ma senza occupazioni e senza liceo. Grande come una città, al contrario, apre le porte e gli spazi e coinvolge una città intera…
Era settembre 2018, quando il neo assessore alla cultura, Christian Raimo, conosciuto fino a quel momento come scrittore, invitò i cittadini al Municipio per discutere di un progetto sociale e culturale che li coinvolgesse direttamente. “Sorprendente fu l’immediata e grandissima risposta”, commenta Maurizio Berardini che a oggi è il referente di Terzo in genere, il gruppo tematico che di questioni di genere, appunto, si occupa.
Ma procediamo con ordine. Da quella riunione che vide 300 persone interessate alla nuova iniziativa discutere fino a tarda sera, Grande come una città inizia la sua avventura (su Twitter è possibile seguire ogni aggiornamento), riuscendo a coinvolgere non solo le singole persone, ma anche le associazioni e i luoghi. “Aprire le porte è il nostro gesto creativo”. E da una semplice disponibilità all’apertura (dal governo, seppur locale, ai cittadini), si è arrivati in poco tempo (sono passati solo 7 mesi da quel giorno) a una strutturazione spontanea, secondo gli interessi di ognuno, che è stata in grado di realizzare iniziative ed eventi concreti di grande spessore e utilità sociale.
Oggi 28 gruppi tematici lavorano costantemente per organizzare tutto ciò che è di loro interesse e quindi di interesse per la comunità stessa. Gruppi che riguardano educazione, cultura, spazi pubblici e privati, arti, migrazioni, economia, antropologia e psicologia sociale… oltre a quelli che si occupano della fondamentale organizzazione e comunicazione.
Nel dettaglio:
– ARTI
Arti Performative
Arti visive, Fotografia, Architettura
Audiovideo, Cinema, Tv, Multimedia
Musica
– COMUNICAZIONE
Accoglienza
Campagne Creative
Grafica e identità visiva
Redazione e Sito Web
Social Network
Trascrizioni
Ufficio Stampa
– EDUCAZIONE E CULTURA
Ambiente
Antropologia e psicologia sociale
Cittadinanza
Genere
Lettura
Scienze
Storia
Economia sociale e solidale
Accessibili (LIS)
– ORGANIZZAZIONE
Associazione
Finanziamenti
Partecipazione
– BENI COMUNI
Beni comuni
Mappatura spazi
– SCUOLE
Scuola di italiano per stranieri
Scuola di politica popolare
– LETTURA ITINERANTE
Tutto il Municipio legge Il maestro e Margherita
La necessità di avere un gruppo che si occupasse di Genere fu posta all’attenzione fin dal primo giorno, e da Raimo stesso, trovando subito alcune persone disponibili a occuparsene. Il gruppo si incontra regolarmente dal mese di dicembre e già “in poche settimane avevamo risposto a un bando del Municipio che ci ha permesso di creare Le ragazze sono in città, “festival delle libertà femminili e dell’educazione di genere”. Il gruppo consta oggi di circa 40 persone miste tra donne (in percentuale maggiore), ma anche uomini. Con la speranza di coinvolgere sempre più giovani: “nei Gruppi partecipano tanti 40enni e 50enni, alcuni 30enni, i 20enni sono forse la categoria meno presente”. “Ricordo poi che tempo fa eravamo più uomini attivi nella lotta alle questioni di genere, oggi ci sono tante donne”. Forse è l’impellente tema della violenza sulle donne che sta risvegliando vecchi e nuovi femminismi (ogni generazione ha il suo) “che qui hanno la possibilità di conoscersi e unirsi attraverso il confronto”. Perché l’esigenza ai diritti, l’orientamento sessuale e l’identità sono gli stessi per tutti.
“L’idea generale è quella di usare la questione di genere come lente per osservare la realtà. Proprio perché il genere è una questione identitaria, se non proprio esistenziale. Dalla matrice patriarcale derivano i tanti stereotipi, ovvero immagini, ruoli e aspettative, che ci condizionano ancora oggi. Per questo ci muoviamo su due fronti, di eguale importanza, il confronto e l’attivismo. Il volantinaggio organizzato a Roma (anche questo in poche settimane) contro il decreto Pillon, è stata la nostra prima iniziativa pubblica. Le donne aveva sfilato da Val Melaina a Piazza Sempione, vestite da ancelle, in riferimento a una nota serie tv dal romanzo di Margaret Atwood, Handmaid’s tale, storie di donne asservite alla riproduzione”.
“Per me che ho sempre militato per i diritti GLBT, Grande come una città è un’esperienza davvero interessante, un’opportunità diversa dove punti di vista diversi e diverse esperienze di inclusione ci tengono uniti oltre le differenze. Con il gruppo di Genere ci riuniamo una volta a settimana, il mercoledì alle 18:30, tutti possono partecipare, non certo solo chi vive nel Municipio III. E poi abbiamo una chat affollatissima di idee, messaggi e proposte. Significa che l’interesse c’era, mancavano solo gli spazi e i tempi per far sì che le dinamiche collettive della comunità si concretizzassero. Non nascondiamo che sia molto impegnativo, ma quando si colgono punti di contatto è davvero gratificante”.
E così, “in soli sette mesi, abbiamo già organizzato più di 100 iniziative, coinvolto più di 500 persone al momento attive, raccolto più di 800 contatti tra mailing list ed eventi, e ancora in agenda abbiamo decine di appuntamenti”. Per esempio il prossimo si terrà proprio oggi 10 aprile 2019 nella Sala Consiliare del Terzo Municipio alle ore 18. Un incontro con l’assessore-ideatore Christian Raimo dedicato al “Destino: Marte! Scuola di Lotta Ambientalista – Per amore della terra” e l’economista Giuseppe De Marzo che esaminerà (come riportato sul sito) “la nascita dei movimenti per la giustizia ambientale e come abbiano messo in discussione l’attuale modello di sviluppo e le vecchie impostazioni delle politiche ambientali. Ripercorrendo la geografia delle lotte in atto nel mondo a varie latitudini, l’invito è a riflettere sul mondo in cui viviamo e sul potere che abbiamo di trasformarlo“.
Nella speranza (nostra) che Grande come una città sia una sorta di bellissimo progetto zero che possa coinvolgere anche tutti gli altri municipi di Roma. “Avverrà“, dice Maurizio, anzi sta già avvenendo: “Grande come una città già coinvolge o si fa coinvolgere da tantissime associazioni storiche romane che collaborano agli eventi per la comunità, e non necessariamente ricadono nel municipio III. Per esempio, e solo riguardo la tematica di genere: la Casa Internazionale delle Donne, Lucha y siesta, Donne in genere, Lab Puzzle – Bene Comune, il centro sociale Astra, i tanti centri e sportelli anti-violenza“, tra cui uno nuovo appena aperto proprio nel Municipio III, “la Consulta di Genere del municipio VIII (Ostiense) che affronta direttamente il tema più urgente della violenza di genere e altri temi a essa strettamente connessi come l’omofobia e il bullismo, transessualità e accessibilità, le unioni civili e il governo stesso che, nonostante la recente legge, ha rappresentanti che dichiarano che le famiglie arcobaleno non esistono. Be’ io sto in una famiglia arcobaleno ed esisto eccome”.